La Fase 2, scattata ufficialmente nel nostro Paese lunedì 4 maggio 2020 e ampliata in seguito all’allentamento delle misure restrittive risalente a due giorni fa, ha restituito una porzione di quella libertà sognata e invocata a lungo dagli italiani durante il lockdown e la quarantena trascorsa fra le mura domestiche. Certo, non sono mancati alcuni eccessi lungo la Penisola (leggasi in tal senso l’episodio dei Navigli), né le continue tirate d’orecchie per mezzo della televisione da parte degli esperti e dei vertici amministrativi dello Stivale, ma nella maggior parte dei casi la popolazione si è comportata responsabilmente, rispettando le misure di distanziamento sociale e indossando i dispositivi di protezione individuale previsti. Incuriosiscono, così, i dati sulla mobilità e sugli spostamenti diffusi da Apple e basati su quanto elaborato in forma anonima dalle applicazioni iOs, secondo cui, dall’inizio del mese a oggi, l’utilizzo delle automobili in Italia sarebbe cresciuto del 40%, così come le passeggiate, che sarebbero passate dal -80% al -60% (lo “zero” è rappresentato dai livelli pre-virus).
FASE 2: E GLI ALTRI PAESI?
Ancora in difficoltà, invece, il settore dei trasporti pubblici, la cui fruizione si attesta ben al di sotto delle medie registrate prima dell’avvento della pandemia (-73%). Numeri simili si sono riscontrati anche nel Regno Unito, mentre sono decisamente più elevati gli spostamenti in Germania e nella nazione più colpita dal Covid-19: gli Stati Uniti d’America. Stando a quanto raccolto dalle app di Apple, nel Paese a stelle e strisce i viaggi in auto sarebbero ormai tornati sulle medie che precedevano l’arrivo del Coronavirus (-5%) e un sensibile avvicinamento a quei dati è stato ravvisato anche in termini di passeggiate (-21%). Anche negli USA, tuttavia, è forte il senso di diffidenza nei confronti dei mezzi pubblici (-67%, neppure 10 punti percentuali guadagnati da inizio mese). Insomma, la sensazione è che l’umanità stia seriamente provando a ripartire, ma in autonomia e con un distacco dal prossimo ancora piuttosto marcato, complice la paura del contagio. Un timore con cui, probabilmente, dovremo convivere ancora a lungo.