Fase 2, l’Italia riparte e dopo il semaforo verde di lunedì 18 maggio milioni di persone provano a tornare alla normalità. Ma, per citare il titolo di un film di Vittorio De Sica, i bambini ci guardano e cosa faranno adesso con i genitori che tornano a lavoro e le scuole che resteranno invece chiuse? Tra dubbi e qualche problema organizzativo le famiglie italiane cercano di organizzarsi come possono ma spesso pare che la soluzione privilegiata, come da tradizione nel nostro Paese, sia quella di fare affidamento sugli onnipresenti nonni che, ove possibile, sono coloro che crescono i nipoti e badano a loro. Tuttavia non mancano casi particolari come quelle mamme o papà che decidono di portare i figli con sé a lavoro oppure lasciarli a casa da soli ma mantenendo, grazie a social network, device elettronici e videochiamate, un contatto costante con loro dato che in molti casi è la prima volta che i loro piccoli si trovano a vivere una situazione del genere. Il quadro d’insieme che emerge è quello di un Paese in cui, ma questo accade da decenni, i bambini finiscono per essere i “dimenticati” delle emergenze e quando non si può o non si hanno le risorse per garantirsi una baby sitter tocca arrangiarsi come si può, senza dimenticare che in questo caso a dire la verità dei bonus economici ci sono ma il problema risiede più a livello organizzativo dato che molte famiglie ne hanno dovuto reperire una nel giro di pochi giorni.
FASE 2, CHE FINE FANNO I BAMBINI SENZA LA SCUOLA?
In una breve inchiesta pubblicata dal “Corriere della Sera” tra alcuni genitori che svolgono lavori anche molto diversi tra di loro, emerge come appunto sia spesso il tipo di professione, oltre che le disponibilità economiche e la possibilità di coinvolgere i nonni, a determinare le scelte in questa Fase 2 dove le scuole sono rimaste chiuse anche per evitare che uno dei più pericolosi focolai di contagio potesse vanificare i sacrifici fatti da milioni di persone negli ultimi due mesi. E dunque c’è chi lascia i figli a casa, a volte senza i nonni proprio per via dei problemi di salute legati all’età e per scongiurare qualunque rischio anche minimo di contagio, mentre magari fanno le lezioni online e condividono coi genitori in diretta online i propri risultati. Come accennato, i più fortunati ma non sono la maggioranza, sono riusciti a reperire una baby sitter a tempo di record e che possa fungere in alcuni casi per i più piccoli come una specie di “surrogato” della figura della maestra che si ha a scuola. Situazioni comunque di emergenza per le famiglie e inedite per i bimbi, che a volte tuttavia sono molto più autonomi e responsabili di quanto le mamme e i papà (spesso vinti dai sensi di colpa) non credano, dal momento che secondo molti pediatri e psicologi dell’età infantile i nostri figli sovente hanno una maggiore capacità di adattamento alle situazioni nuove.