Come sarà la vita dopo la quarantena? Il mondo dopo il coronavirus sarà quello che abbiamo lasciato? Fa male dirlo, ma certamente no. Almeno fino a quando non avremo trovato un vaccino dovremo convivere con delle misure di distanziamento sociale che abbiamo imparato a conoscere. Ma quando avrà inizio quella che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha definito “fase 2″, di convivenza con il virus? La risposta è che una data vera e propria non c’è. Tutto dipenderà da quando in Italia sarà raggiunto il fattore R0, il “magic number” che ormai quasi tutti gli italiani hanno imparato a conoscere, ovvero il coefficiente quel numero che ormai quasi tutti gli italiani stanno imparando a conoscere ed è il coefficiente che gli epidemiologi tengono sotto controllo. Nella fase acuta dell’emergenza coronavirus questo valore era oltre a 2, ovvero ogni contagiato faceva ammalare almeno altre due persone. Adesso si sta avvicinando a 1 ma solo quando sarà stabilmente sotto lo 0,5 si potrà tornare alla vita di prima, o alla sua nuova forma. (agg. di Dario D’Angelo)
FASE 2, IL NUOVO ORIZZONTE DEGLI ITALIANI
La “fase 2” è il nuovo orizzonte degli italiani. Questo è il nome dato al percorso che ci porterà verso la normalità, una normalità diversa però a causa del coronavirus. Questa è la fase in cui – come ha spiegato il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa – dovremo convivere col virus. Quando comincia e come funziona? Non c’è ancora chiarezza sulla data di inizio: c’è l’ipotesi di farla cominciare dopo il primo maggio, ma il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha fatto riferimento al 16 maggio. Decisiva sarà l’analisi dell’evoluzione dell’epidemia, ma intanto il governo è al lavoro col Comitato tecnico scientifico e la Protezione civile per mettere a punto il piano. Il percorso sarà lento e graduale, le nostre abitudini cambieranno. Dovremo mantenere la distanza, anche fino a due metri. La nostra bussola – come riportato dal Corriere della Sera – sarà l’indice R0, quello che indica il contagio. Ora è tra 1,1 e 1, ma quando arriverà stabilmente allo 0,5 potrà scattare la riapertura di negozi, bar e ristoranti. Per i luoghi affollati, come discoteche, sale per eventi e stadi, dovrà essere invece vicino allo 0. Le mascherine e i guanti saranno gli oggetti che useremo con più frequenza. Difficile pensare di potersi abbracciare e salutare con baci, ma avere la possibilità di rivedersi sarà un grande passo avanti.
FASE 2, RIAPERTURA DOPO LOCKDOWN
Piccole e medie imprese “scalpitano” per la riapertura nella fase 2, ma ci sono anche altre aziende che già dal 14 aprile potrebbero riaprire, seppur con criteri molto rigorosi. Sono quelle aziende che supportano i settori alimentari e farmaceutici, comprese quelle meccaniche e di manutenzione. Le prime fabbriche interessate dalla riapertura nella fase 2 saranno, dunque, quelle che hanno sottoscritto gli accordi sindacali sulla sicurezza e hanno modificato la filiera per il distanziamento sociale. Poi dovrebbero ripartire botteghe artigiane a conduzione singola (calzolai e falegnami), dove non è fondamentale il contatto stretto col cliente. Come riportato dal Corriere della Sera, saranno limitate al minimo le presenze negli uffici e bisognerà rispettare la distanza di almeno un metro tra le scrivanie. Per i centri commerciali è ancora prematuro parlare di ripartenza, ma gli altri negozi a maggio potrebbero ottenere qualche concessione, con le stesse regole applicate per supermercati e farmacie: entrate scaglionate con numeri che variano a seconda della metratura dei locali e mantenendo sempre la distanza interpersonale. Al momento non c’è un elenco di settori, ma si vuole evitare l’affollamento delle vie dello shopping. Bar e ristoranti sono in fondo all’ipotetico calendario, ma nella “fase 2” potranno riorganizzare i locali per garantire le distanze: almeno due metri tra i tavoli. I camerieri dovranno indossare guanti e mascherine.
FASE 2, COSA CAMBIA PER SPOSTAMENTI E TRASPORTI
Il governo sta cercando un modo per intensificare i controlli anche quando l’affluenza per i trasporti pubblici aumenterà. L’idea – secondo il Corriere della Sera – è di farli restare a “bassa frequentazione”. Si potrebbe ripristinare la figura del controllore a bordo per far rispettare le distanze. Potrebbe essere usata una sola seduta ogni due, quindi dovrebbe essere introdotto un limite di ingressi in autobus, tram e carrozze della metro e dei treni. Il divieto di assembramento durerà a lungo, quindi dovremo aspettare a lungo prima di poter tornare al cinema e a frequentare i teatri. Non è un problema di sale, ma di file che si creano all’ingresso e di contatti all’interno. Si sta quindi valutando una soluzione per non mettere in crisi il settore. C’è poi la questione mascherine, che saranno essere fondamentali nella “fase 2”, ma sono anche introvabili. Forse sarà obbligatorio indossarle per uscire, quando si potrà, ma il nodo è come procurarsele se appunto non sono disponibili per tutti.