Stefano Fassina non condivide la linea di Centrosinistra e Movimento 5 Stelle sul ddl Zan. Il deputato di Liberi e Uguali, intervenuto ai microfoni di Avvenire, ha spiegato di aver riscontrato l’assoluta fondatezza dei rilievi critici al testo sull’omotransfobia, arrivando a condividere «le preoccupazioni sul versante femminista di Marina Terragni e Francesca Izzo, gli appelli di Arcilesbica a cambiare la legge, i pareri di giuristi di diverso orientamento culturale ma concordi nell’indicare criticità oggettive». Il suo giudizio è netto: «Penso che sia un grave errore, in democrazia, fare una legge senza ascoltare».
Stefano Fassina ha messo in risalto che l’articolo 1 del ddl Zan contiene una visione antropologica che non può essere legge dello Stato, accendendo i riflettori sulla definizione di identità di genere: «È una definizione che va espunta dalla legge. Non si può assoggettare ad una norma penale una pur legittima visione del superamento della dualità uomo-donna. Si rischia un arretramento di cultura politica».
STEFANO FASSINA: “ARROCCAMENTO DEL PD É UN ERRORE”
Eliminando l’identità di genere, gli articoli 4 e 7 – i due più discussi – possono essere cancellati, Stefano Fassina ha poi spiegato che il Pd sta sbagliando nel chiudere al confronto sul ddl Zan: «A mio avviso il Pd doveva giocare all’attacco e intestarsi l’accoglimento di una parte dei rilievi posti, chiedendo contestualmente un impegno pubblico in Senato da parte di tutte le forze di maggioranza, con l’obiettivo di una terza lettura immediata alla Camera. La strumentalità di alcune forze politiche non giustifica questo arroccamento del Pd su un errore che è di merito». Non è mancata una frecciatina al segretario dem Enrico Letta: «Penso che il segno della sua segreteria dovrebbe puntare a ricostruire l’autonomia culturale e la credibilità politica del Pd sui diritti sociali, non inseguire derive transumaniste sui diritti civili»