Il deputato dem Piero Fassino risulterebbe indagato per furto relativamente al presunto tentativo di sottrarre un profumo al duty free di Fiumicino. Una vicenda che, ricostruisce Adnkronos, risalirebbe al 15 aprile scorso nel noto scalo della Capitale e che ora sarebbe al vaglio della Procura di Civitavecchia unitamente a un video delle telecamere di sorveglianza del negozio e alle testimonianze di sei persone, tra dipendenti dell’esercizio e vigilantes.
Si tratta di un atto dovuto anche per tutela dei diritti di difesa dell’ex ministro della Giustizia che, nelle ore immediatamente successive all’esplosione del caso sulla stampa, ha dichiarato di essere totalmente estraneo al fatto contestato e di essere molto provato. Sulla sua posizione si esprimeranno i pm, che dovranno valutare se chiedere una archiviazione o un rinvio a giudizio all’esito dell’esame di tutte le carte. Sul tavolo dei magistrati sarebbe arrivata un’informativa della Polaria, la polizia di frontiera aerea, nella quale sarebbero riportati i racconti dei testimoni anche in merito a due presunti precedenti simili che si sarebbero verificati nello stesso posto, senza però essere mai resi noti dal personale, tra le festività natalizie e il marzo scorso. Nei prossimi giorni, Fassino potrebbe essere sentito dagli inquirenti.
L’avvocato del deputato dem: “Non abbiamo ancora ricevuto gli atti, valuteremo come procedere”
L’avvocato di Piero Fassino, Fulvio Gianaria, è intervenuto ai microfoni di Adnkronos a margine della notizia dell’iscrizione del parlamentare del Pd nel registro degli indagati. “Non abbiamo ancora ricevuto gli atti – il commento del legale –, quando li avremo valuteremo come procedere“. Il deputato dem sarebbe quindi formalmente indagato e sulla vicenda interverranno ulteriori accertamenti da parte della polizia. Lo riporta Repubblica, secondo cui i filmati allegati al fascicolo aperto dalla Procura di Civitavecchia sarebbero cinque.
È il quotidiano a ricostruire la presunta testimonianza di un dipendente che, tra le altre testimonianze acquisite, ricalcherebbe i presunti precedenti tentativi di furto che vedrebbero coinvolto l’ex Guardasigilli. Stando a quanto trapelato, oggetto di indagine e per questo ancora tutto da chiarire, il presunto primo tentativo risalirebbe al periodo natalizio e una delle commesse avrebbe raccontato alla stessa testata di aver visto il politico entrare nel negozio e di aver assistito con i propri occhi al furto di uno Chanel Chance, costoso articolo di profumeria: “Con mia sorpresa – avrebbe detto la dipendente a Repubblica –, ho visto che lo nascondeva dentro al suo trolley. Ero a disagio, ma l’ho avvicinato e gli ho chiesto se aveva bisogno di aiuto. Quella è stata la prima volta, poi sono arrivate le altre due…“. Il secondo episodio sarebbe avvenuto il 27 marzo scorso e la stessa commessa, sedicente testimone oculare del primo, avrebbe subito sospettato: “Quando l’ho visto entrare di nuovo da noi ho pensato “Vuoi vedere che succede ancora?’. Ero con una collega. Lei è andata a chiamare la sicurezza, io l’ho seguito mentre andava via. Il profumo lo aveva messo in tasca, sempre uno Chanel Chance“. La terza volta, e cioè quella più recente poi diventata di dominio pubblico e sfociata in una denuncia, avrebbe registrato la presenza di un addetto alla vigilanza che l’avrebbe fermato in quanto “recidivo”. Siamo al 15 aprile: quel giorno, sarebbe stata allertata la polizia e sarebbero stati avviati gli approfondimenti del caso. Smentita, secondo il racconto di uno dei vigilantes, la narrazione secondo cui Fassino avrebbe reagito con frasi come “Lei non sa chi sono io“. Il resto è cronaca di una storia ancora in divenire.