La morte di Fatima, bambina di tre anni precipitata dal balcone posto al quinto piano di una casa di Torino, è tornata a occupare lo spazio televisivo di “Ore 14”, trasmissione di Rai Due condotta da Milo Infante e in onda tutti i giorni, dal lunedì al venerdì. Stando alla versione dei fatti riportata da alcuni quotidiani, la mamma della piccola accusa l’uomo di avere voluto uccidere la bambina, dicendo che “una prima volta l’ha sbattuta sul pavimento, poi un suo amico me la stava riportando, ma lui si è messo in mezzo e l’ha buttata di sotto”.
Il Gip, tuttavia, ha mantenuto uno spiraglio aperto nei confronti della casualità di questa drammatica circostanza (l’accusato ha sostenuto che la piccola gli sarebbe sfuggita di mano mentre la lanciava ripetutamente in aria per giocare, ndr), ma l’avvocato Silvia Lorenzino, che difende la mamma di Fatima, non crede a queste parole: “Il racconto non lo trovo credibile, ma gli accertamenti ci diranno come sono andate le cose, questa è solo la mia opinione”.
FATIMA, L’AVVOCATO DELLA MAMMA: “LA MIA ASSISTITA ERA PRESENTE QUANDO LA BAMBINA È CADUTA”
Nel collegamento audiovisivo con “Ore 14”, il legale della madre di Fatima, non ha voluto entrare nel merito della dinamica di quanto accaduto, in quanto il segreto istruttorio deve essere rispettato, ma ha anche chiarito che “la signora ha fornito agli inquirenti una ricostruzione più precisa, perché nell’immediatezza non ci era riuscita. Ha inteso chiarire i fatti nel modo in cui lei ritiene siano andati. La mia assistita era presente in quel momento, perché è una madre accudente, che si occupa di sua figlia in modo assolutamente normale. Non l’aveva affidata a terzi. Io non posso dire se fosse in casa o fuori casa, posso dire che era presente al momento del fatto nel luogo in cui si trovava la bambina”.
Per ciò che concerne il figlio più grande della madre di Fatima “non è con lei in questo momento. Non è mai stato dato in affido e non è stato collocato in nessuna struttura. Non si trova con la mamma, perché quest’ultima ha bisogno di riprendersi. Il quadro familiare è di normalità e dico pubblicamente che sotto processo non è la mia cliente, ma qualcun altro. La vita della signora e il suo modo di essere madre non dovrebbero essere giudicati”.