Anthony Fauci di nuovo all’attacco della Cina. Prima si è difeso dalle insinuazioni dei repubblicani, che lo hanno attaccato per le e-mail diffuse dal Washington Post da cui è emerso che c’è stato uno scambio anche con il cosiddetto “amico dei cinesi” Peter Daszak. Ora l’immunologo statunitense bussa alla porta della Cina per chiedere chiarimenti in merito all’origine del Covid. Quelle avanzate da Fauci tramite le colonne del Financial Times sono richieste circostanziate. «Vorrei vedere le cartelle cliniche dei tre impiegati del Wuhan Institute of Virology che si sono ammalati nel 2019. Si sono davvero ammalati, e se sì, di cosa si sono ammalati?». Ma oltre a chiedere la documentazione medica dei tre ricercatori, il consigliere della Casa Bianca vuole esaminare anche quella dei sei minatori che si sono ammalati dopo essere entrati in una grotta di pipistrelli nel 2012, tre dei quali poi sono morti. Gli scienziati di Wuhan, infatti, hanno successivamente visitato la grotta per prelevare campioni di pipistrelli. «Lo stesso vale per i minatori che si sono ammalati anni fa. Cosa dicono le cartelle cliniche di quelle persone? C’era [un] virus in quelle persone? Che cos’era?». Per Anthony Fauci «è del tutto plausibile che l’origine della Sars-Cov-2 sia in quella grotta e che abbia iniziato a diffondersi naturalmente o sia passata attraverso il laboratorio».



ORIGINE COVID, PRESSING FAUCI SULLA CINA

Il Financial Times si è quindi rivolto al Dipartimento di Stato Usa per sapere se l’amministrazione Biden abbia chiesto ufficialmente alla Cina le cartelle cliniche, ma non ha fornito una risposta. Invece il ministero degli Esteri cinesi ha rifiutato di dire se sarebbe disposto a rilasciare le cartelle cliniche dei nove individui. Il portavoce Wang Wenbin ha ribadito che nessuno dello staff di Wuhan si è mai infettato. Anche Shi Zhengli, principale esperto del laboratorio di Wuhan, ha negato che ci siano state infezioni nell’istituto, un’affermazione che Anthony Fauci non ha contestato, ma evidentemente vuole che questo aspetto venga indagato ulteriormente. Non mancano le polemiche negli Stati Uniti. David Asher, ex capo dell’indagine sull’origine del Covid del Dipartimento di Stato, ora all’Hudson Institute, un think-thank di Washington, ha dichiarato: «Mi sbalordisce che Fauci faccia ora questa domanda». L’amministrazione Trump già a gennaio aveva detto pubblicamente che secondo l’intelligence Usa gli scienziati di Wuhan si siano ammalati mostrando i sintomi del coronavirus. Infatti Fauci è accusato dai conservatori di aver minimizzato nella fase iniziale della pandemia la teoria della fuga dal laboratorio per proteggere la reputazione del NIAID (Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive), che ha contribuito a finanziare la controversa ricerca sui pipistrelli a Wuhan.



FAUCI “PENSATE DAVVERO CHE SIAMO IMPLICATI?”

David Asher, infatti, ha ricordato la sua frustrazione per quella che ha percepito come una mancanza di interessa da parte del NIAID e della sua agenzia “madre”, il il National Institutes of Health, nel prendere in considerazione l’ipotesi della fuga dal laboratorio. Anthony Fauci a tal proposito al Financial Times ha ribadito che continua a credere nell’ipotesi dell’origine naturale, spiegando che i ricercatori potrebbero aver contratto la malattia dalla popolazione, ma ritiene che comunque la questione sia da approfondire. «Ho sempre pensato che la probabilità schiacciante – data l’esperienza che abbiamo avuto con Sars, Mers, Ebola, HIV, influenza aviaria, la pandemia di influenza suina del 2009 – sia che il virus abbia saltato la specie, ma dobbiamo continuare a indagare fino a quando una possibilità è provata». Infine, ha respinto l’idea che la sua organizzazione possa avere qualche responsabilità sulla pandemia: «State davvero dicendo che siamo implicati perché abbiamo dato a un’istituzione multimiliardaria 120mila dollari all’anno per la sorveglianza dei pipistrelli?».

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