«Non mi sento un dinosauro della politica, io penso di essere un animale politico. Che Guevara diceva che la politica è una passione durevole. Naturalmente nella politica c’è anche il mestiere. Ci vogliono passione e mestiere, che è la cassetta degli attrezzi. Se uno fa la politica deve conoscere sintassi e grammatica, ma senza la passione si inaridisce rapidamente»: così Fausto Bertinotti nel corso della lunga intervista a In barba a tutto.



Ospite di Luca Barbareschi, l’ex segretario del Partito della Rifondazione Comunista ha spiegato: «La finanza domina il mondo, la conseguenza è che le disuguaglianze non sono mai state così acute nella storia moderna. Siamo di fronte a una concentrazione di ricchezze smisurata». Pensando anche al passato, Fausto Bertinotti ha messo in risalto: «A volte può succedere anche che gli operai, incolpevolmente, si mettano contro i loro interessi. Io sono stato a Torino tanti anni, i miei padri del sindacalismo torinese avevano visto i compagni operai non scioperare per 7-8 anni perché la pressione dell’azienda era terribile».



FAUSTO BERTINOTTI: “LA POLITICA NELLA SUA VESTE ISTITUZIONALE É MORTA”

«La politica nella sua veste istituzionale secondo me è morta», il giudizio laconico di Fausto Bertinotti, che ha poi parlato dell’odierno Pc: «Rizzo? Ha un’altra idea del comunismo, molto diversa dalla mia. Io penso che se i comunisti europei si fossero distaccati prima dall’Unione Sovietica noi saremmo stati meglio. Pensare che il comunismo buono è l’erede di Stalin secondo me non è una bella idea». «Noi siamo stati fortunati. Noi siamo stati nani sulle spalle di giganti, quelli che ci hanno preceduto, che sono crollati», ha proseguito Fausto Bertinotti, che ha poi parlato del declino della Sinistra: «Noi abbiamo avuto in Italia lo smarrimento della Sinistra dopo la fine del Novecento. La politica veniva da una grandissima sfida. Il Novecento ha contenuto tutto, anche la rivoluzione: l’idea che si potesse cambiare il mondo».

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