Con Silvia Salis ha voltato pagina, ma per Fausto Brizzi sono stati anni difficili quelli che si è dovuto mettere alle spalle. Il regista si è, infatti, rilanciato nel mondo del cinema dopo la fine della storie delle molestie di cui era stato accusato e da cui è stato assolto nel gennaio del 2019. Lo scandalo fu aperto da Le Iene che raccolse diverse testimonianze tramite Dino Giarrusso, ora diventato esponente del Movimento 5 Stelle. Le denunce però furono tre, riguardanti altrettanti episodi avvenuti nel 2014, 2015 e 2017. Indagato per violenza sessuale, è stato poi assolto. Il gip di Roma Alessandro Arturi, rigettando l’opposizione delle persone offese, emise decreto di archiviazione delle accuse a carico di Fausto Brizzi. Non per decorrenza dei termini: nelle cinque pagine del provvedimento, infatti, è spiegato che la denuncia presentata da una 30enne a cui era stato affidato il ruolo di comparsa in un film del regista per 200 euro complessivi era “vaga e generica“.



Inoltre, si sottolineava l’ambiguità del suo comportamento che nei giorni successivi ai fatti contestati “non si è astenuta dal ritornare presso lo studio professionale” del regista. Inoltre, il gip di Roma ritenne tardive le querele presentate dalle altre due parti offese.

FAUSTO BRIZZI E LO SCANDALO MOLESTIE

Tutta la vicenda prese le mosse sull’onda del caso Weinstein, che scoppiò nell’ottobre 2017, e del movimento Me too. Le Iene cominciarono a indagare nella convinzione che anche in Italia vi fosse un fenomeno del genere e raccolsero le testimonianze di diverse ragazze. Nel primo servizio vengono mandate in onda diverse testimonianze, tra cui quella di un’attrice che, restando anonima, raccontò del provino con Fausto Brizzi e delle molestie ricevute. Dopo quel servizio arrivarono a Le Iene diverse segnalazioni di ragazze sullo stesso regista. Furono raccolte in tutto 15 testimonianze senza però fare esplicitamente il nome del regista romano. “Sono stati il Corriere della Sera e Il Messaggero a uscire lo stesso giorno con il nome di Fausto Brizzi. Da allora si è creato un vuoto intorno al regista: la Warner decide di togliere il nome di Brizzi dal suo film in uscita e la casa di produzione Wildside lo fa fuori“, scrisse Le Iene sul suo sito ufficiale.



Di quelle 15 testimonianze solo 3 si trasformarono in denunce, due però risultate tardive, in quanto la legge italiana prevede che la vittima di reati sessuali o presunta tale abbia 6 mesi di tempo per sporgere denuncia, altrimenti il reato è improcedibile quindi non può essere più processato in tribunale. L’altra denuncia è invece crollata in quanto “vaga e generica“, oltre che per il comportamento della presunta vittima. Le altre donne non si sono invece mai fatte avanti e quindi lo scandalo delle molestie che ha travolto Fausto Brizzi si è chiuso con l’archiviazione perché il fatto non sussiste. Le Iene dal canto loro non hanno mollato la presa, intervistando Tania Sanchez Diaz, che aveva testimoniato a favore del regista ed è stata indagata per false dichiarazioni, vicenda che però non ha portato a sviluppi.