Il 2019 nel mondo del ciclismo è anche l’anno del centenario della nascita di Fausto Coppi, il Campionissimo che nacque infatti a Castellania, piccolissimo paesino in provincia di Alessandria, il 15 settembre 1919. Nel giro di pochi mesi si consumano due importanti ricorrenze, perché il 2 gennaio saranno invece i 60 anni dalla morte, che portò via Fausto Coppi ad appena 40 anni a causa di una malaria non diagnosticata in tempo, che il Campionissimo aveva contratto in occasione di una trasferta in Burkina Faso. Fin qui i numeri, che spiegano come mai in queste settimane vi sono tante celebrazioni per Fausto Coppi: il Giro d’Italia 2019 ha proposto una partenza di tappa da Castellania e ha anche riproposto la Cuneo Pinerolo, sia pure con tracciato ben diverso da quello del 1949, che fu teatro della più grande impresa nella carriera di Fausto Coppi. Oggi per di più è il giorno del Giro di Lombardia, che Coppi vinse per cinque volte nel 1946, 1947, 1948, 1949 e 1954 e Rai Due ne approfitta per dedicare al Campionissimo l’edizione del Tg2 Dossier in onda alle ore 23.30.



FAUSTO COPPI: I NUMERI DELLA CARRIERA

Nella storia del ciclismo, si suol dire che Eddy Merckx sia stato il più forte corridore di tutti i tempi, ma Fausto Coppi il più grande. Una doppia definizione che rende onore ad entrambi: i numeri di Coppi sono inferiori a quelli di Merckx, ma bisogna tenere conto di un “piccolo” problema chiamato Seconda Guerra Mondiale, che naturalmente portò via molti anni di carriera a Coppi. Cinque Giri d’Italia, due Tour de France (entrambi facendo doppietta con il Giro), un Mondiale, tre Milano Sanremo, una Parigi Roubaix, cinque Giri di Lombardia, il record dell’ora e due titoli mondiali nell’inseguimento individuale su pista rendono comunque l’idea di un protagonista che ha fatto epoca anche grazie alla rivalità con Gino Bartali, che rese entrambi immortali, simboli perfetti di un’Italia che “risorgeva” dalle ceneri della guerra con questi due campioni dello sport ai tempi forse addirittura più popolare del calcio.

COPPI, RIVOLUZIONARIO ANCHE FUORI DAL CICLISMO

La rivalità tra Fausto Coppi e Gino Bartali ha segnato un’epoca della storia d’Italia, non solo nel ciclismo o nello sport. Bartali era l’anima cattolica, fedele osservante, politicamente vicino alla Democrazia Cristiana e “Giusto fra le Nazioni” grazie alla sua straordinaria opera in favore degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Coppi invece era più “moderno”, simbolo dell’Italia laica soprattutto quando scoppiò il celebre scandalo della Dama Bianca, Giulia Occhini. Coppi era sposato con Bruna Ciampolini, madre della sua prima figlia Marina; Giulia Occhini era a sua volta sposata: quando la loro storia d’amore divenne di pubblico dominio, lo scandalo scoppiò fragoroso. Papa Pio XII lo condannò, Coppi e la moglie si separarono consensualmente, mentre la Dama Bianca fu denunciata per adulterio dal marito. Il processo, celebrato nel marzo del 1955, si concluse con la condanna di Coppi a due mesi di carcere per abbandono del tetto coniugale, e di Giulia Occhini, incinta, a tre mesi. Il matrimonio celebrato in Messico non fu mai riconosciuto e il figlio Faustino nacque in Argentina. Per tutti questi motivi Fausto Coppi ha fatto la storia, non soltanto in sella a una bicicletta. Di certo ricordiamo con ammirazione due figure che hanno fatto la storia: impossibile considerarli “solo” ciclisti.

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