Il mondo del motociclismo è scosso. E’ morto all’Ospedale di Maggiore di Bologna, all’età di 60 anni, Fausto Gresini. Ha perso la sua battaglia contro il Covid che durava da due mesi. Personaggio simbolo delle due ruote da pilota ha vinto nel 1985 e nel 1987 il titolo mondiale nella 125. Da manager ha fondato nel 1997 il team Gresini Racing che con cui ha vinto 6 titoli iridati, con Dani Pedrosa e Daijiro Kato nella 250, con Toni Elias nella Moto2, Jorge Martin Moto3, Matteo Ferrari Elettrica. Per tre volte è arrivato secondo nella MotoGp: una leggenda delle due ruote, che lascia la moglie Nadia Padovani e quattro figli, tra cui Lorenzo che in questi giorni ci ha fatto compagnia aggiornandoci sulle condizioni di papà, fino all’ultimo tristissimo bollettino. Per parlare della scomparsa di Fausto Gresini abbiamo sentito Nico Cereghini. Eccolo in questa intervista a ilsussidiario.net.



E’ morto Fausto Gresini, un grande del motociclismo… Sicuramente è così: Fausto Gresini è stato veramente uno dei più grandi piloti della storia del motociclismo, che poi ha confermato nella sua attività di team manager.

Due successi nel Mondiale, un pilota che ha proprio fatto la storia di questo sport… Le vittorie nella 125 nel 1985 e nel 1987 confermano tutto questo, Fausto sino alla fine della carriera ha voluto correre in questa categoria.



Qual ‘è stata la sua impresa più bella, quella indimenticabile? Proprio il primo titolo nel 1985 con la Garelli, un team che ha reso grande Fausto, un team molto moderno e competitivo per quegli anni delle due ruote.

Qualcosa di speciale da raccontare? Eravamo andati a fare l’intervista a Fausto, io e un operatore, proprio per il suo primo titolo per Grand Prix. Volevamo fare l’intervista sulla pista di Imola camminando con Fausto; poi lui ci invitò a casa sua a pranzo. Sua mamma, che è ancora viva e adesso ha 90 anni, ci aveva fatto delle tagliatelle stupende condite da un vino eccezionale, penso Sangiovese – il vino di quella terra, Imola, la sua città. Da quelle terre si sa in Romagna si mangia veramente bene. Il servizio praticamente l’avevamo fatto a pranzo e in pista non eravamo andati più…



Come si poteva definire il suo stile di guida, la sua capacità di guidare la moto? Fausto in pista era un pilota molto intelligente, molto corretto, differenza magari di altri piloti che anche nelle classi minori non “dimenticavano” di fare diverse scorrettezze.

Grande anche come team manager con il suo team Gresini Racing di cui è stato per tanto tempo manager. Dov’era il suo talento, la sua grande leadership in tutto questo? Intanto il fatto di essere un ex pilota era una cosa a suo favore. Poi aveva grande capacità organizzativa, unita al fatto di saper scegliere, saper far crescere i vari talenti della moto.

Il Gresini Racing proprio un altro suo successo… Il Gresini Racing iniziato nel 1997 e portato avanti con successo, un team di tante persone, di tanti dipendenti, una vera squadra condotto sempre con grande bravura.

Tanti piloti importanti, come Gibernau, Kato, Colin Edwards, Simoncelli… Tanti piloti importanti cresciuti e valorizzati da Gresini, sei titoli iridati. Anche purtroppo tante tragedie. Come quella di Kato pilota giapponese scomparso a Suzuka nel 2003. Un pilota italo – giapponese potremmo dire, visto che ormai viveva in Italia col suo successo con Gresini nel 2001 nella 250. Un grande dolore per Fausto. Con Gibernau secondo dello stesso Kato un pilota pauroso potremmo dire che dopo la morte di Kato trovò il coraggio e cominciò a vincere per diventare un pilota di grande valore.

E poi Marco Simoncelli, un altro dramma per Gresini… Sì un altra tragedia che toccò particolarmente Gresini, un altro dolore incredibile. Gresini dopo la morte di Simoncelli nel 2011 voleva lasciare tutto, ma aveva un team molto importante tanti dipendenti sotto di lui. Gresini decise di continuare nonostante la morte del Sic.

Com’era Gresini fuori dalle piste? Ci può lasciare un suo ricordo affettuoso… In pista magari era un pilota emotivo; fuori dalle gare è sempre stato una persona gentile, affabile, veramente una persona meravigliosa.

Un Fausto legato anche alla sua terra… Fausto legato alla Romagna, a Imola la città dove è nato, dove aveva le sue radici. Una cosa molto importante per lui. Come la sua famiglia, una famiglia unita che Fausto ha considerato sempre fondamentale nella sua vita.

E qualche aneddoto sul Fausto che non conosciamo? Proprio il rapporto con sua moglie Nadia dagli anni ’80 fino ad adesso. E le parole con cui Paolo Beltramo di Grand Prix definiva simpaticamente Fausto con Capirossi e Pileri insieme alla moglie Nadia. “Biancaneve e i sette nani” Erano tutti abbastanza piccoli, anche diversi meccanici con Nadia la moglie di Fausto più alta. Per una storia d’amore che è durata tra Fausto e sua moglie che è durata fino ad adesso.

(Franco Vittadini)