Padrenostro di Claudio Noce è il primo film italiano del concorso principale presentato al Festival Di Venezia 2020, ma non mancano le polemiche politiche. Si è acceso il dibattito per le parole del protagonista Pierfrancesco Favino sulla presenza di Matteo Salvini alla prima del lungometraggio distribuito da Vision Distribution. «Non l’abbiamo invitato, credo che ciascuno sia libero di andare alle proiezioni. Conoscendo la sua capacità di saperci essere in un momento importante, mi fa piacere. Non credo che ci incontreremo. Ma se devo ragionare in termini di manipolazione, non credo che questo sia un film che dia questa possibilità, non è manipolabile», le parole dell’attore riportate da Repubblica.



«Non è un film pro poliziotti o pro Nap, è un film sui bambini, sui figli perciò spero che il suo non sia un viaggio a vuoto», ha aggiunto Pierfrancesco Favino. Una stilettata al segretario federale della Lega che ieri aveva annunciato il suo arrivo al Lido per presenziare alla prima di “Padrenostro”, scelto dal direttore Alberto Barbera tra i 18 lungometraggi del concorso Venezia 77. Per il momento Salvini non ha replicato alle dichiarazioni dell’attore, ma probabilmente è solo questione di tempo.



Queste le parole del regista Claudio Noce: «È un film di pacificazione, avevamo l’intenzione di raccontare l’abbraccio di quella generazione di invisibili che ha subito quella guerra in modo involontario non vedevo mio padre e avevo paura che potesse morire. Abbiamo cercato di dare un significato, di dare un nome a quella paura di due giovani uomini che, ognuno dalla sua parte, stanno cercando un significato nella figura del padre. Mi è capitato nella vita di ascoltare il respiro dall’altra parte; avendo amici ho capito che c’era un’assonanza e che anche loro, come noi, hanno subito un abuso».

Leggi anche

Alice Neri, quale ruolo ha il “terzo uomo”?/ Il giallo dei litigi al bar: “Visti mentre si spintonavano”