E’ la favola Cagliari: terzo posto in classifica dopo le prime 12 giornate di campionato, una vittoria a Napoli e una a Bergamo, cinque gol alla Fiorentina. In Sardegna tutta una regione è affascinata e sogna con i rossoblu: Rolando Maran sta facendo un grande lavoro, sicuramente in estate gli acquisti della società lasciavano intendere che si potesse alzare la posta rispetto alle ultime stagioni ma, detto con tutta sincerità, in pochi si immaginavano un Cagliari terzo e con il sogno Champions League che almeno in questo momento è davvero concreto. Durerà? Da vedere, ma intanto è giusto godere di una squadra che cerca di ricalcare le grandi imprese dell’Atalanta; 25 anni fa il Cagliari era in semifinale di Coppa Uefa (eliminando anche la Juventus, prima di cadere contro l’Inter) e di quella squadra faceva parte Pierpaolo Bisoli, da sempre legato a questa società. Dunque, IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva proprio lui, per un commento su questa grande favola Cagliari.
Favola Cagliari, si aspettava questa posizione di classifica? Direi proprio di sì, del resto era una cosa che avevo detto anche agli altri giornalisti, ai suoi colleghi quest’estate. Il Cagliari aveva fatto un ottimo mercato e avevo preso un grande giocatore come Nainggolan. L’anno scorso aveva ottenuto il suo obiettivo la salvezza con relativa tranquillità. Quest’anno si è voluto puntare a qualcosa di più. Il Cagliari come sorpresa poteva veramente esserci…
Le piace come Maran fa giocare la squadra, il suo modulo tattico? Mi piace molto, soprattutto ha avuto il merito dopo la partita persa contro il Brescia di cambiare modulo tattico e spostare Nainggolan più avanti.
Crede che sia possibile puntare puntare alla Champions League? Questo non lo so, non sarà facile, visto che potrebbe esserci il ritorno di diverse big. Credo invece che il Cagliari possa lottare fino alla fine per un posto in Europa League.
Ci sono analogie con il suo Cagliari che fece la semifinale di Coppa Uefa? Quel Cagliari era una squadra tosta, noi giocavamo assieme da tre-quattro anni ed eravamo una formazione consolidata. Una squadra che seppe poi comportarsi molto bene anche in Europa; questa è una squadra con alcuni giocatori importanti e di esperienza e altri che stanno crescendo sempre di più.
Cosa ricorda di quel periodo bellissimo? Soprattutto gli ottavi che giocammo a Malines dove vincemmo 3-1. Il Malines era una squadra molto forte, con in porta un campione come Preud’Homme; c’erano 10000 tifosi sardi alla partita, molti che abitavano in Belgio ed erano venuti a sostenerci. Alla fine della partita andammo sotto la curva a ringraziarli. Fu veramente un’emozione grandissima!
Rog, Nandez, Nainggolan: c’era già l’idea di alzare il livello. La società vuole davvero puntare costantemente all’Europa? Rog l’avevo visto al Napoli ma non pensavo che giocasse così bene al Cagliari, che arrivasse a questi livelli. Per quanto riguarda Nandez la società è stata brava a portarlo al Cagliari; di Nainggolan conosciamo veramente tutte le sue grandi qualità.
E per l’Europa… La società aveva già deciso di alzare il livello, è verissomo. Credo poi che sia importante il fatto che dietro il Cagliari ci sia tutta una città, tutta un’isola. I programmi, i progetti per il Cagliari possono essere di grande valore. Puntare costantemente all’Europa può essere una cosa non velleitaria.
Olsen e Simeone sono rinati a Cagliari: l’ambiente è così determinante per le sorti di un calciatore? E’ stato bravo il Cagliari in questo senso a averli fatti rinascere. Del resto conosco bene l’ambiente e so quanto possa contribuire in questo senso. Merito della società: di tutto l’ambiente, di tutto lo staff tecnico averli fatti giocare a questi livelli. Olsen per esempio veniva da un’esperienza non semplice in un ambiente difficile come quello di Roma, e so anche da allenatore cosa vuol dire questa cosa.
Parla di Cesena, il club che gli ha dato maggiori soddisfazioni? Ho portato il Cesena 2 volte in A, una volta dalla C alla B. Una società dove mi sono trovato bene. Sono legato a questo club. E’ veramente importante lavorare in un ambiente ideale, nelle migliori condizioni possibili.
Come giudica in questo senso il rapporto tra la squadra e la città di Cagliari? E’ un bel rapporto, perchè Cagliari partecipa in modo molto passionale alle sorti della squadra, la sostiene, la incita e le è vicina. Tutta la Sardegna sostiene il Cagliari, che è un simbolo di questa isola. In questo senso i sardi sono proprio unici in nel suo amore verso questa squadra.
Il Cagliari peraltro è terzo senza Cragno e Pavoletti: la società li ha sostituiti bene, ma quali sono i meriti di Maran? Brava soprattutto la società, perchè Cragno e Pavoletti sono due nazionali. Pavoletti è un grande attaccante, uno dei migliori di testa in Italia e anche in Europa. Sostituirli non è stato facile, quando torneranno saranno un valore aggiunto alla formazione di Maran, due calciatori veramente importanti.
Pensa che il Cagliari possa diventare come l’Atalanta, una società modello anche in fatto di risultati, di continuità? L’Atalanta è veramente un modello. Arrivare a essere come l’Atalanta sarebbe proprio un grande successo per il Cagliari; la possibilità, l’auspicio che questo succeda c’è con un Cagliari che attraverso la programmazione e il lavoro può arrivare a risultati importanti di anno in anno.
(Franco Vittadini – Claudio Franceschini)