4mila euro di incentivo per il bonus auto nel 2020 a tutti i cittadini che comprino un’auto Euro 6 (ovvero con emissioni di CO2 superiori 61 grammi al chilometro), rottamano una vettura con più di 10 anni: è questo l’emendamento presentato da Pd, Italia Viva e LeU al Decreto Rilancio, in aperto scontro e opposizione alla linea anti-fossili del Movimento 5 Stelle. Mentre Fca “minaccia” di stoppare la produzione di Panda non facendo riaprire la fabbrica di Pomigliano d’Arco, si consuma a livello politico uno scontro accesissimo nella maggioranza: il Fondo per l’acquisto di autoveicoli a basse emissioni passerebbe a 200 milioni di euro per il 2020 e di 50 milioni per il 2021 secondo l’emendamento presentato sul bonus auto da Pd e renziani.
«Bonus complessivo di 4.000 euro fino al 31 dicembre 2020 ed in particolare un contributo statale fino a 2000 euro per l’acquisto di un auto euro 6 con emissioni di CO2 superiori a 61 g/km condizionato ad uno sconto dal venditore uno sconto almeno pari alla misura del contributo statale», riportano fonti di Governo ad Askanews sull’emendamento a prima firma Gianluca Benamati (Pd). Senza la rottamazione il contributo del Governo scenderebbe a 1000 euro, sempre praticato però da uno sconto almeno pari dal venditore. L’emendamento prevede infine un contributo anche per l’acquisto di auto usate almeno euro 5 a fronte della rottamazione di un’auto euro 0,1,2,3: in questo caso il cittadino acquirente verrebbe esentato degli oneri fiscali sul trasferimento di proprietà dell’auto appena acquistata.
SCONTRO PD-M5S SUGLI INCENTIVI AUTO
Mentre prosegue il tema caldo degli incentivi auto all’interno della maggioranza, arriva un forte scossone e veto contrario dal Movimento 5 Stelle: nel continuo scontro a distanza col Pd, dopo la proposta Morani sull’incentivazione all’automotive i deputati M5S nelle commissioni Ambiente, Trasporti e Attività produttive fanno sapere in una nota «Il 37% degli italiani, secondo un sondaggio di Greenpeace, vuole che si punti sulla mobilità sostenibile. Una ragione in più per non puntare su forme di sostegno alle auto alimentate con carburanti fossili, che dovremo piuttosto lasciarci gradualmente alle spalle in favore di un trasporto pubblico efficiente e di veicoli per uso privato ecologici o a basse emissioni, come l’auto elettrica. Incentivare invece il ricorso alle auto più inquinanti è anacronistico». Mentre si continua a discutere se inserire o meno l’emendamento sul mondo auto all’interno del Dl Rilancio (oggi sono stati già presentati 10mila emendamenti alla Camera, ndr), il caso-Fca continua a far discutere specie dopo l’annuncio di ritardo ulteriore nell’inizio produzione della Panda a Pomigliano d’Arco.
In questo contesto arriva la contro-risposta a distanza del Partito Democratico, tramite Andrea Romano (Commissione Trasporti e Infrastrutture della Camera): «Il settore delle auto deve essere accompagnato nella transizione verso la mobilità verde, ma senza prese di posizione ideologiche che possono mettere a rischio migliaia di posti di lavoro. Per questo ha ragione la sottosegretaria Alessia Morani, nel chiedere l’estensione dell’ecobonus anche alle vetture con motori termici di ultima generazione». Per questo motivo, conclude Romano, «La conversione del decreto rilancio può e deve essere l’occasione per mettere in campo un intervento strategico di medio periodo a sostegno dell’automotive, accompagnando l’innovazione e il passaggio alla mobilità green ma dando contemporaneamente risorse e strumenti per superare l’attuale emergenza, a partire dalla possibilità di vendere le vetture già costruite e rimaste invendute a causa dell’epidemia».
NIENTE PANDA A POMIGLIANO (PER ORA)
Nel giorno in cui la Sace sostanzialmente dà via libera al prestito richiesto da Fca (6,3 miliardi di euro tramite l’iter avviato dal Decreto Liquidità Imprese), sono due le vere notizie sul mondo Fiat che riportano l’Italia ancora una volta il vero “campo di battaglia”: da un lato la decisione di rinviare ancora una volta l’avvio della produzione della nuova Panda nella sede di Pomigliano D’Arco («il mercato è ancora troppo debole») e dall’altro un elemento in cui Fca non è primaria protagonista ma potenziale grande “aderente”, ovvero il possibile piano di incentivi auto ipotizzato dal Governo.
«Possiamo dire che dall’esame dell’operazione di finanziamento per Fca emerge una piena conformità della struttura dell’operazione ai termini del decreto» ha spiegato stamane l’amministratore delegato di Sace, Pierfrancesco Latini, ascoltato in commissione Industria del Senato in merito alla richiesta di garanzia-prestito Fca. Mentre l’iter ormai è quasi completato (manca solo il via libera del Mef con decreto apposito), è notizia di ieri dello stop a Pomigliano d’Arco: i sindacati hanno annunciato il rinvio della ripartenza della produzione della Panda nello stabilimento Fca in Campania a causa dei «segnali troppo deboli di mercato».
FCA “MINACCIA”, IL GOVERNO “RISPONDE”
Lo stabilimento di Pomigliano d’Arco avrebbe dovuto riaprire l’8 giugno prossimo, riportando al lavoro la maggioranza degli operai (va ricordato che parte di essi sono già impegnati nella produzione di veicoli commerciali Sevel): invece Fca ha comunicato ai sindacati nelle scorse ore il rinvio a data da destinarsi. Il mercato ha registrato perdite del 90% nei primi due mesi 2020 e del 50% nell’ultimo mese: la situazione è molto grave e in tutta Europa i vari Paesi studiano contro-mosse e incentivi per provare a risollevare il mercato. «Il ritardo della ripartenza della Panda conferma la crisi del settore: sostenere la transizione all’elettrico e, nell’immediato, rinnovare il parco auto italiano sono misure da implementare immediatamente», spiega il segretario Fim Cisl Marco Bentivogli, a fargli eco anche Michele De Palma della Fiom Cgil «non è più rinviabile un confronto sul settore» e annuncia l’invio di un documento con una serie di proposte per il Governo.
Mentre il mondo auto e in particolare la Fca soffre le perdite sul mercato italiano nelle stanze dell’esecutivo si inizia a pensare a delle contro-mosse, con una tempistica che fa scattare in piedi diversi polemisti anti-Fca: «Occorre introdurre uno strumento-incentivo che sul 2020 e il 2021 consenta di smaltire lo stock di auto prodotte che hanno comunque standard elevati per la riduzione delle emissioni», spiega la sottosegretaria allo Sviluppo Alessia Morani. L’esponente dem si fa carico di un tema che già in Consiglio dei Ministri è stato affrontato nell’ultimo Decreto Rilancio, salvo poi non essere inserito alcun serio incentivo al mondo auto. Secondo Morani l’incentivo all’acquisto di auto può arrivare «ampliando l’attuale ecobonus sulle ibride e le elettriche anche alle auto a motore termico più all’avanguardia». Fca “minaccia” e avverte sulla Panda, il Governo inizia a rispondere: gli effetti si avranno nel prossimo Decreto economico annunciato ieri dal Premier Conte in conferenza stampa da Palazzo Chigi.