Ieri è stato pubblicato il prospetto informativo per la fusione tra Fca e Psa. Nel lungo documento (da pagina 69) si può leggere una breve ma interessante cronaca delle trattative che hanno portato alla fusione, con informazioni che non erano completamente note. Apprendiamo dal prospetto informativo che il primo incontro, su richiesta dell’ad di Psa, per iniziare le trattative è stato fissato a fine dicembre 2018 per marzo 2019 quando Manley, ad di Fca, e Tavares, ad di Psa, si sono incontrati al salone dell’auto di Ginevra. Gli incontri sono proseguiti fino a metà maggio del 2019 quando si sono “improvvisamente” interrotti con la firma di un accordo non vincolante tra Renault e Fca. Si potrebbe desumere che per molte settimane Fca abbia trattato contemporaneamente sia con Renault che con Psa.



Come sappiamo l’annuncio della fusione con Renault, con un comunicato stampa pubblicato il 27 maggio, non ha dato seguito a nessuna operazione; il 6 giugno, infatti, Fca annunciava di aver ritirato la proposta di fusione. Il 19 giugno Robert Peugeot contattava John Elkann per chiedere un incontro per ricominciare le trattative per una fusione. Il 4 luglio 2019 John Elkann incontrava Robert Peugeot a Parigi per discutere di una fusione. Le trattative tra Psa e Fca si sono interrotte per circa un mese e mezzo per dare spazio a quelle tra Fca e Renault. “Fallita” questa seconda opzione, Psa si è rifatta immediatamente viva.



Sappiamo, sempre dal prospetto, che la proposta iniziale di Robert Peugeot prevedeva “un’acquisizione di Fca” strutturata in due fasi: la distribuzione di un dividendo straordinario di Fca e poi un’offerta di Psa in azioni e contanti.

Le trattative proseguono verso una “fusione tra pari” in cui si coinvolgono progressivamente diverse primarie banche d’affari internazionali e si definiscono i dettagli. Il 29 ottobre del 2019 The Wall Street Journal pubblica le prime indiscrezioni sulla trattativa, confermate il 30 ottobre da un comunicato stampa congiunto di Psa e Fca. Il resto è storia con in mezzo lo scoppio della pandemia da Covid e una revisione dei termini annunciati inizialmente.



Questa interessante cronistoria delle trattative ci sembra dica due cose. La prima è che Fca ha con costanza cercato una fusione, prima con le trattative con Psa, poi con quelle con Renault, poi ancora con i primi fino all’annuncio dell’accordo. Negli anni precedenti Fca aveva pubblicamente cercato di mettere a tema una fusione con GM; la società è stata negli anni passati menzionata in rumour di fusione con altri player. Fca ha cercato per anni una fusione parlando con almeno tre player globali e forse, secondo rumour vecchi di molti anni, con altri produttori.

La seconda osservazione è che la riapertura delle trattative con Psa a luglio del 2019 è partita con un’offerta di acquisizione di Fca da parte del gruppo francese poi evoluta verso una fusione tra pari in cui comunque gli azionisti Fca hanno avuto un dividendo straordinario. Sembra emergere, non solo dai dettagli dell’operazione, una parte uguale “compratrice” e un’altra venditrice. La divisione dei compiti tra Torino, Parigi e Detroit nel nuovo gruppo sembra confermare questa impressione.

Rimarremo sempre con il dubbio dei “retroscena” che ci avrebbero svelato i prospetti informativi se si fossero materializzate altre operazioni su cui la stampa ha ampiamente speculato per anni. L’altra domanda è se la “politica” italiana abbia avuto qualche “sentore” dell’operazione o qualche coinvolgimento. Lo stesso vale per il lato “francese” della vicenda.