In una lettera inviata personalmente da John Elkann a tutti i dipendenti del gruppo Fca, il Presidente Johan Elkann spiega il perché alla fine la scelta di rifiutare la fusione – per il momento – ha prevalso sui possibili vantaggi che avrebbero di certo conseguito nel passaggio al terzo gruppo più grande al mondo di automobili. «Ci vuole coraggio per iniziare un dialogo come abbiamo fatto noi. Quando però diventa chiaro che le conversazioni sono state portate fino al punto oltre il quale diventa irragionevole spingersi, è necessario essere altrettanto coraggiosi per interromperle e ritornare immediatamente all’importante lavoro che abbiamo da fare», scrive il n.1 di Ferrari e Fca, aggiungendo come le conversazioni con Renault sono state sempre corrette, «L’ampio consenso che ha ricevuto è stato un chiaro segnale che il nostro tempismo, così come l’equilibrio di ciò che abbiamo proposto, erano corretti. La scelta di interrompere il dialogo non è stata presa con leggerezza ma con un obiettivo in mente: la protezione degli interessi della nostra società e di coloro che lavorano qui, tenendo chiaramente in considerazione tutti i nostri stakeholder». (agg. di Niccolò Magnani)



I MOTIVI DELLA FUSIONE SALTATA

Salta la trattativa di fusione tra Renault e FCA e subito è scambio di accuse, con la multinazionale italiana che si tira indietro dopo quelle che sarebbero state le ingerenze del governo francese che avrebbe tenuto il punto su quella che è la strategia immaginata da Emmanuel Macron per il futuro dell’automotive transalpino. Insomma, addio a quel “polo” che avrebbe dato origine alla terza più grande casa automobilistica al mondo a causa del Governo guidato da Edouard Philippe che si sarebbe messo di traverso: da qui la scelta del Lingotto di ritirare la maxi-offerta di fusione da quasi 30 miliardi. Ovviamente da Parigi piovono smentite, a partire dal Ministero dell’Economia, dato che fino a poco fa sembravano sussistere tutte le condizioni affinché questo matrimonio venisse celebrato ma i dubbi dell’Eliseo erano legati al gruppo Nissan e alla strategia che vedrebbe la Francia intraprendere con forza da qui al 2030 la strategia di potenziare il settore dei veicoli a basse emissioni. (agg. di R. G. Flore)



GOVERNO FRANCESE, “NON E’ COLPA NOSTRA…”

Il ritiro da parte di Fca (Fiat Chrysler Automobiles) della proposta di fusione con Renault diventa motivo di scontro politico. Il vicepremier Luigi Di Maio ha affermato che «quando la politica cerca di intervenire nelle procedure economiche, non sempre agisce correttamente». Ma il governo francese ha risposto precisando che il fallimento della fusione tra Renault e Fra non è dovuto ad «un intervento politico», bensì al desiderio dell’Esecutivo di preservare l’alleanza tra Renault e il suo partner Nissan. Lo ha assicurato il ministero dell’Economia francese in una conference call con alcuni giornalisti. «Siamo stati molto chiari. C’era il sostegno esplicito di Nissan per la fusione solo nel caso in cui fosse realizzata nel quadro dell’alleanza. Non si poteva mettere in discussione la sostenibilità dell’alleanza con questa operazione», hanno aggiunto da Bercy, dove ha sedere il ministero francese. Inoltre, «l’alleanza tra Renault e Nissan «ha portato risultati tangibili in termini di investimenti, tecnologie, piattaforme comuni». Per questo «era fuori discussione mettere a repentaglio questa alleanza in occasione della fusione». (agg. di Silvana Palazzo)



FCA RITIRA PROPOSTA, RENAULT: “C’È DELUSIONE”

Niente da fare, salta la proposta di fusione fra la FCA, Fiat e Chrysler automobili, e la Renault. L’annuncio ufficiale è giunto la scorsa notte, un esito che forse era prevedibile dopo le agitazioni delle ultime ore, ma che ha comunque lasciato un po’ di amaro in bocca. Una notizia, quella del ritiro della casa automobilistica italo-americana, accolta senza dubbio non con il sorriso da parte della Renault, che in borsa sta soffrendo quest’oggi ben di più di Fca. Come riporta l’edizione online di Repubblica, la casa automobilistica francese ha fatto sapere attraverso una nota la sua “delusione” per non poter portare a termine la fusione con l’azienda di Torino, sottolineando come la proposta avanzata dal gruppo guidato da John Elkann fosse stata avanzata “nel momento giusto” e che avesse “una logica industriale avvincente e di grande valore finanziario”, dando vita ad un gruppo globale che avesse una base europea. Renault conclude la propria nota spiegando: “siamo soddisfatti dell’approccio costruttivo di Nissan e desideriamo ringraziare Fca e il Consiglio di Amministrazione di Renault per gli sforzi intrapresi”. Una presa di posizione senza dubbio differente rispetto a quanto invece spiegato dal governo francese, come potete trovare qui sotto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

FCA, NIENTE FUSIONE CON RENAULT

Il Governo francese passa al contrattacco dopo l’accusa di “mancanza di condizioni politiche” avanzata da Fca nello spiegare il fallimento del progetto di fusione con Renault: «Le discussioni potranno riprendere tra qualche tempo», spiega il Ministro delle Finanze Gerard Darmanin che però assieme ad altri colleghi di Governo non accettano il grado di accuse e passano così al rilancio «Dall’inizio Fca ha voluto mettere una pesante pressione per strappare un accordo, cosa per noi inaccettabile». Per Le Maire non c’era motivo di prendere decisioni così precipitose e il fallimento della trattativa risulta una scelta abnorme da parte dell’Italia: «una proposta non negoziabile», queste parole di qualche giorno fa del n.1 Fca Elkann hanno fatto poi storcere il naso a Parigi e Macron. Secondo l’ex premier Enrico Letta, esperto in materia francese per i suoi impegni accademici a Parigi, fa trasparire amarezza su Twitter «Una grande #occasionesprecata la mancata fusione #FCARenault. Se capisco bene, troppi tatticismi da parte del governo francese. Non ci si fermi, si riprovi. Rimane la strada giusta rispetto ad un mercato sempre più competitivo e globale». (agg. di Niccolò Magnani)

CALENDA VS MACRON “EUROPEISTA QUANDO FA COMODO”

Un colpo devastante all’economia europea e mondiale è giunto in nottata quando il comunicato di Elkann ha annunciato il ritiro della proposta di fusione tra Fca e Renault: una vera e propria valanga di commenti e analisi sul perché e il per come di tale decisione, ma col passare della mattinata anche le parole del Ministro Le Maire hanno iniziato a dare un contorno maggiormente chiaro dell’intera trattativa saltata. Secondo il Governo di Francia, «mancava il sostegno esplicito di Nissan» al negoziato, e a quel punto Fca avrebbe deciso di ritirare il tutto. In realtà, tanto dalle parole di Elkann quanto alle analisi degli esperti, il nodo più ostico sembra sia stato proprio quello dello stato francese che avrebbe voluto essere parte centrale e determinante del possibile nuovo colosso automotive che si sarebbe generato. «La Francia si conferma essere un Paese europeista solo quando gli fa comodo, esattamente come avvenuto in passato con la vicenda Fincantieri. Come ho sempre ripetuto, la credibilità di Macron come paladino dell’Europa unita è pari a zero», dice l’ex Ministro Carlo Calenda, assai critico con il capo dell’Eliseo pur essendo il Pd sempre stato assai vicino a EM anche nelle ultime Elezioni Europee. «Dopodichè c’è un altro tema: non si è mai visto nella storia del nostro Paese che mentre si prepara una fusione di questa dimensione della più importante industria privata italiana con una industria francese, il governo Conte non batta un colpo. Non convochi i manager e la proprietà della società, non approfondisca il dossier. Semplicemente, il governo se ne frega impegnato come è in cose stupide, nelle litigate da asilo tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini», conclude Carlo Calenda a Repubblica. (agg. di Niccolò Magnani)

L’ANNUNCIO DI ELKANN

Fca ha ritirato la proposta di fusione con Renault, presentata nelle scorse settimane. Dopo le anticipazioni di Bloomberg e del Wall Street Journal, nella notte da poco passata è arrivata la conferma ufficiale attraverso una nota firmata dal Consiglio di amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles: «Il Cda – si legge nel comunicato pubblicato dall’edizione online di Repubblica – ha deciso di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata a Groupe Renault». Una mossa che ovviamente ha fatto crollare in borsa il titolo di Fca, in calo del 3.71% a Wall Strett. «Fca continua a essere fermamente convinta – ha proseguito la nota Fca – della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. E’ tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo».

FCA RITIRA LA PROPOSTA DI FUSIONE CON RENAULT

Niente da fare quindi, con Fca che si “congeda” ringraziando il gruppo Renault, ed in particolare il presidente e l’amministratore delegato per l’impegno mostrato negli ultimi giorni. «Fca – conclude la nota – continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente». Pronta la replica del governo francese, con il ministro dell’economica, Bruno Le Maire, che ha spiegato: «Lo Stato, fin dalla presentazione dell’offerta, ha accolto favorevolmente il progetto e ha lavorato in modo costruttivo con tutte le parti interessate». Stando a quanto sottolineato dall’esponente del governo transalpino, l’accordo era stato raggiunto su tre dei quattro temi principali. Secondo quanto scrive Repubblica, Parigi voleva una sede operativa in Francia, nonché «garanzie sui siti industriali, sull’occupazione e aveva preteso una poltrona per un rappresentante governativo nel nuovo cda che sarebbe dovuto essere paritetico, formato da quattro membri per parte». Secondo parte della stampa, anche Nissan si era mostrata ostile alla fusione, mettendo a rischio l’alleanza con Renault.