Caso mortale di Febbre del Nilo, malattia anche nota come West Nile, a Cremona. Come riporta laprovinciacr.it, la vittima è anziano di 80 anni, mentre un altro uomo, il 70enne G.P., è attualmente ricoverato al reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore. Finito in terapia intensiva per complicanze – encefalite e difficoltà respiratorie – l’uomo sta meglio ma è ancora sotto ossigeno. Intercettato dal quotidiano locale, il primario di Pneumologia Giancarlo Bosio ha spiegato che il paziente «sta meglio e stiamo cominciando a pensare al programma di riabilitazione che, se tutto va bene, potrà iniziare già in settimana».



Il professore ha spiegato che la Febbre del Nilo è una malattia molto insidiosa che non ha una cura specifica, ma ha tenuto a precisa che non c’è alcun tipo di legame con il coronavirus, «tranne il fatto che anche per quello non c’è cura. La febbre può causare encefalite e problemi neurologici. I due pazienti ricoverati qui sono i primi che vedo con problemi respiratori». Ricordiamo che la febbre West Nile è diffusa in particolare in Africa, Asia Occidentale, Australia e America, e – spiega l’Iss – i serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare.



I due sopra citati non sono gli unici due casi recenti di Febbre del Nilo in Italia. Poche settimane fa sono stati registrati diversi casi in provincia di Lodi, 13 per la precisione con 9 ricoverati e 4 in isolamento domiciliare, e almeno un caso nel Pavese, un 50enne ricoverato nel reparto di Rianimazione del Policlinico San Matteo.

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