Un uomo è morto nella provincia di Brescia a causa della Febbre del Nilo: era ricoverato poiché risultato positivo al virus del West Nile. La vittima era residente a Cigole, ma non si conoscono ulteriori dettagli in merito alla sua identità. Da giorni si trovava in ospedale e le sue condizioni erano apparse fin da subito molto gravi. In Lombardia, come comunicato dalla Regione mercoledì, i casi sono in totale 11, tra cui anche la persona deceduta alcune ore fa. Di questi altri 3 sono ricoverati in condizioni preoccupanti, mentre 3 presentano febbre non grave e 4 sono asintomatici.



La Regione insieme al Veneto è in queste settimane risultata una delle più colpite dalla diffusione del virus in questione. È per questo motivo che le autorità consigliano di adottare tutte le misure utili per evitare le punture di zanzara, attraverso cui la Febbre del Nilo si trasmette all’uomo. Ad esempio, tramite repellenti, insetticidi e zanzariere a maglia.



Febbre del Nilo, un morto a Brescia: la Regione monitora la diffusione del virus

La situazione relativa alla diffusione del virus del West Nile, comunque, sembrerebbe essere sotto controllo. “Nella Regione Lombardia è presente un sistema integrato umano-veterinario di sorveglianza sulla circolazione del virus del Nilo occidentale. Vengono infatti monitorate sia le infezioni nelle zanzare (sorveglianza entomologica), sia negli equidi, sia negli uccelli e ovviamente i contagi negli uomini”, ha rassicurato la vicepresidente e assessore al Welfare. “Un sistema efficace che ci consente di monitorare costantemente e dettagliatamente la situazione”.



Anche in caso di infezione umana, inoltre, generalmente non c’è da preoccuparsi. La malattia Febbre del Nilo, che ha provocato un morto a Brescia, nell’uomo è infatti in oltre l’80% dei casi asintomatica. Nel restante circa 20% dei casi i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale. Nell’ 0,1% di tutti i casi, infine, si va incontro a conseguenze gravi come il decesso.