La virologa Ilaria Capua ha parlato con la redazione di Il Giornale della sempre più riscontrata febbre Dengue, i cui casi in tutto il mondo continuano a crescere in modo preoccupante, accompagnati anche da un aumento dei casi (tra i volatili) della cosiddetta influenza Aviaria. Secondo la virologa il contesto in cui ci troviamo non fa sperare bene per il futuro, che potrebbe spalancare le porte ad una nuova pandemia, dopo quella di Covid che ha stravolto il pianeta.
Che sia Dengue, Aviaria o cos’altro, secondo Capua è certo che “ci sarà una nuova pandemia. “Non sappiamo quando”, spiega, “né se si diffonderà per via respiratoria, sessuale o oro-fecale, ma ci sarà”. Una supposizione basata, peraltro, sulla semplice osservazione del passato, che dimostra come “lo scorso secolo ci sono state tre pandemie influenzali e poi c’è stato l’Hiv. Facendo i conti, le pandemie influenzali arrivano ogni 11-40 anni“. Tuttavia, la virologa Capua si dice anche positiva sul fatto che gestiremo certamente meglio la futura (ipotetica) pandemia da Dengue, perché ‘grazie’ al covid “siamo più preparati. Se dovessero servire”, per esempio, “metteremmo le mascherine prima che ci venga imposto” e potremmo anche non arrivare ai lockdown che comune, precisa, hanno evitato all’Italia “di diventare tutta come la città di Bergamo e di avere un morto in casa”.
Ilaria Capua: “Conto la Dengue bisogna evitare la diffusione delle zanzare”
Soffermandosi sulla Dengue, Capua ci tiene a precisare che per quanto la situazione sia grave “avere paura non serve”. È più auspicabile, suggerisce, “una lotta contro le zanzare, a cominciare dalla zanzara tigre, veicolo del virus. Le istituzioni devono provvedere a bonifiche e disinfestazioni e i cittadini privati devono evitare situazioni che favoriscono la diffusione”, così come diffondersi un maggiore uso “di repellenti”.
Sempre contro la Dengue, inoltre, spiega Capua, “dobbiamo evitare che la zanzara tigre si infetti e dia vita a un ciclo autoctono nazionale” che sarebbe fonte di non pochi problemi. Inoltre, secondo la virologa è importante non fare troppo leva sul vaccino, perché “il virus è in grado di sfruttare in qualche modo a suo vantaggio l’immunità sviluppata dall’organismo”, facendo sì che “la seconda infezione [sia] peggio della prima”. Oltre alla Dengue, però, secondo Capua è importante sorvegliare anche l’andamento dell’Aviaria, perché “nel 2023 sono morti o sono stati abbattuti 450 milioni di volatili”. Il problema, in questo caso, non è tanto “il rischio del salto di specie nell’uomo”, ma per “il costo enorme” che rappresenta per “il settore agricolo”.