Febbre Oropouche, isolati nuovi casi in Italia. Dopo la prima infezione rilevata in Europa in un uomo residente in Veneto e poi in un altro dell’Emilia Romagna, altri due sono stati diagnosticati in Lombardia. L’ospedale Sacco di Milano ha annunciato di aver sviluppato un test diagnostico, visto l’aumento dei pazienti positivi, dichiarando anche i soggetti che hanno contratto la malattia si trovano in osservazione e sono in buone condizioni. Il virus della febbre Oropouche è trasmesso dalle zanzare e dai moscerini e le zone endemiche sono prevalentemente quelle tropicali caraibiche e del Sud America.



Come hanno affermato gli esperti di malattie infettive, anche se è bene monitorare la situazione, attualmente non ci sono pericoli per chi vive in Italia, visto che il contagio tra uomo e uomo non può avvenire e soprattutto la specie di zanzara portatrice dell’agente patogeno, Culicoides paraensis non è diffusa in Europa. Pertanto l’avvertimento è soprattutto per chi viaggia o torna da vacanze in paesi a rischio come: Brasile, Perù, Bolivia e Cuba a fare attenzione e indossare indumenti protettivi e repellenti anti insetti specialmente nelle aree vicine ai corsi d’acqua e boschi per non farsi pungere.



Febbre Oropouche: come si trasmette, quali sono i sintomi e le terapie

La febbre Oropouche è una malattia virale trasmessa da moscerini e zanzare. Il virus fa parte della famiglia degli arbovirus ed è simile ad altri sempre portati dagli stessi vettori come la Dengue o il virus Zika. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito che questo tipo di patologie sono in grande aumento anche in zone dove prima non erano presenti. A causa del cambiamento climatico infatti le specie di zanzare tropicali si stanno diffondendo anche in Europa. Per combattere il virus è necessaria non solo la prevenzione ma anche una diagnosi tempestiva.



Per questo è importante saper riconoscere i sintomi della febbre Oropouche, che possono presentarsi da 3 a 12 giorni dopo la puntura. Iniziano con febbre alta malessere generale e mal di testa, comportando talvolta anche nausea e vomito. Nel 60% dei casi tornano a ricomparire dopo una prima fase acuta entro 30 giorni. I rischi però sono limitati, come afferma il professor Massimo Ciccozzi del Campus biomedico di Roma intervistato da Repubblica: ” Non è mortale, ma non c’è un trattamento antivirale specifico e neanche un vaccino. La terapia è sintomatica“.