I trattamenti per la fecondazione assistita, sospesi lo scorso marzo per l’emergenza coronavirus, possono ufficialmente ripartire. Lo ha stabilito una circolare del Istituto Superiore di Sanità, redatta congiuntamente con il Centro Nazionale Trapianti. ISS e CNT hanno dunque stabilito come: “Si ritiene sussistano, ad oggi, le condizioni per la ripresa dei trattamenti momentaneamente sospesi e l’inizio di nuovi trattamenti, con priorità riservata alle coppie con indicazioni di urgenza per età o condizioni cliniche particolari e ai trattamenti sospesi in corso di pandemia“. Una circolare particolarmente attesa dalle coppie che nei primi mesi del 2020 avevano già prenotato le procedure ma avevano visto la pandemia di covid-19 frenare a secco su tutti i progetti: nelle ultime settimane c’erano stati anche appelli alle istituzioni da parte di chi doveva effettuare un trattamento per la fecondazione assistita e si era visto scivolare tra le questioni considerate “non prioritarie” nel caos dell’emergenza.
FECONDAZIONE ASSISTITA, UNA RIPRESA GRADUALE
Le procedure per la fecondazione assistita, sottolinea la circolare di ISS e CNT, dovrebbero riprendere comunque gradualmente per evitare sovraffollamenti all’interno delle strutture mediche, “includendo un’attività di triage rivolta sia alle coppie che debbano iniziare o completare un trattamento, sia a tutto il personale operante nei centri PMA. Tali attività di triage saranno finalizzate ad individuare precocemente situazioni di eventuale rischio, permettendo così di attuare le appropriate azioni di contenimento dell’infezione ove queste si rendano necessarie“. Una specifica importante considerando che ora potrebbe esserci un rischio di sovrannumero nelle prenotazioni, che saranno comunque gestite dalle strutture anche per valutare se chi deve sottoporsi al trattamento possa avere rischi di contagio. La ripresa dei trattamenti per la fecondazione assistita riguarda sia le procedure che prevedono la donazione di gameti che quelle che non la prevedono: la circolare di ISS e CNT esorta i centri a riorganizzare le procedure e i locali per garantire la sicurezza.