IL “MANUALE” PER GENITORI TRANS: L’EVENTO PROMOSSO DAL COMUNE PD DI VERONA
“Trans* con figl3: suggerimenti per (futur3) genitori trans* e loro alleat3”: recita così l’evento organizzato dal Circolo Pink e promosso dal Comune di Verona per sabato 20 maggio, in occasione della Giornata Internazionale contro l’omolesbobitransfobia (che si celebra il 17 maggio, ndr). Una frase, oltre che un titolo, che fa da “manifesto” dei tempi di oggi: in pieno stile “inclusivity positive”, legata a doppio nodo al tema del “gender” e con “schwa” e asterischi che provano ad insegnare un nuovo linguaggio all’orizzonte.
Succede nella Verona del sindaco Pd Damiano Tommasi, già balzato agli onori delle cronache lo scorso aprile per un volantino “fluido” dal linguaggio ideologico pro-gender distribuito dal Comune per invitare bambini ad eventi LGTBTQ nella recente “Festa dei Fiori”. Se già prima delle ultime Elezioni Comunali a Verona il vescovo Mons. Zenti invitava i cattolici a non sostenere chi appoggia l’ideologia gender, il rapporto tra la sinistra locale e il mondo LGBTQ si fa strettamente più profondo con quest’ultimo evento atto a presentare un “manuale” in cui si spiega come possono i trans diventare genitori e mettere su famiglia. Il Circolo Pink ha organizzato la presentazione del libro “Trans* con figl*, suggerimenti per (futur*) genitori trans* e loro alleat*” dove illustrare come poter parlare oggi in maniera “giusta” dei diritti inclusivi di trans e simili.
“FECONDAZIONE FAI-DA-TE” PER I TRANS: LA “CULTURE WOKE” IN ITALIA
Aprendo la brochure promossa dal Comune di Verona con il sindaco di Verona e pubblicata dal Circolo Pink, si possono leggere passaggi come la fecondazione fai-da-te per diventare genitori trans: «il metodo della pipetta è quello più semplice e accessibile per fecondare un ovulo senza rapporto sessuale. Non è necessaria la presenza di un medico e può essere eseguito a casa». Il sistema dei “diritti” apparecchia tutto per un futuro in cui la famiglia potrà essere “decisa a tavolino” e costruita a partire dai desideri ed esigenze dei soli adulti e senza pensare un solo istante al bimbo che andrà a nascere.
«Requisito necessario è che la donazione di sperma avvenga in forma privata. La parte donatrice deve masturbarsi, e grazie a una pipetta o siringa lo sperma viene inserito in vagina. I costi di questo tipo di inseminazione sono molto bassi», si legge ancora nel “manuale” dem in salsa LGBTQ che sta facendo discutere e non poco le realtà veronesi non pienamente concordi con una società “costruita” in questi termini. Altro passaggio controverso che si legge nella brochure del “manuale” politicamente corretto vede il seguente ragionamento: «ovviamente non è possibile usare lo sperma proveniente da una banca del seme. Le probabilità di successo della tecnica dipendono dall’età della persona che riceve lo sperma e dalla qualità degli spermatozoi e degli ovuli, e sono paragonabili alla fecondazione ottenuta mediante rapporto sessuale». Al di là del linguaggio da distopia orwelliana, è la sostanza a impensierire se non proprio inquietare: il Comune di Verona, promuovendo tale evento, sembra quasi legalizzare una pratica illegale come l’utero in affitto oltre al “saltare” qualunque controllo in itinere. Contro la legge italiana e pure quella europea, una “culture woke” all’ennesima potenza…