La Fed, la Federal Reserve americana, ha comunicato che i tassi di interesse rimarranno ancora una volta invariati. Gli stessi, come si legge sul sito de IlSole24Ore, resteranno quindi fra il 5,25 e il 5,50 per cento, al massimo da 23 anni a questa parte. Si tratta di una decisione che non sorprende, è in linea con le attese degli analisti, e che è stata motivata dalla stessa Fed a seguito di una inflazione che rimane ancora troppo alta.
La Fed, viene fatto sapere, è impegnata a far tornare la stessa al 2 per cento, ma negli ultimi mesi non si sono verificati dei progressi in tal senso, così come specificato dalla Federal Reserve dopo due giorni di riunione. «L’inflazione è scesa nell’ultimo anno ma rimane elevata. Negli ultimi mesi c’è stata una mancanza di ulteriori progressi verso il target di inflazione al 2%», questo quanto riporta il sito del quotidiano finanziaro citando il comunicato ufficiale con cui la Fed ha appunto deciso di mantenere i tassi invariati.
FED, “TASSI DI INTERESSE RESTANO INVARIATI”. IL COMUNICATO
«I recenti indicatori suggeriscono che l’attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo solido – si legge ancora -. La crescita dei posti di lavoro è rimasta forte e il tasso di disoccupazione è rimasto basso». Il Federal open market committee (Fomc), inoltre, «non prevede sarà appropriato ridurre la forbice dei tassi finché non avrà maggior fiducia sul fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%».
La decisione di non abbassare ne tanto meno alzare i tassi, è stata presa all’unanimità, con 12 voti favorevoli sul totale dei 12, e si tratta della sesta volta consecutiva in cui la stessa banca a stelle e strisce decide di mantenere i tassi invariati dopo i continui rialzi del 2023. Il quotidiano italiano sottolinea come la decisione della Fed “riflette un brusco cambiamento nel suo calendario sui tassi di interesse”.
FED, “TASSI DI INTERESSE RESTANO INVARIATI, INFLAZIONE AL 2,7 PER CENTO”
Nel corso dell’ultima riunione del 20 marzo i polici maker della banca avevano previsto tre riduzioni di tassi nel corso del 2024, molto probabilmente a partire da giugno, ma alla luce dell’inflazione che risulta essere ancora sopra il 2 per cento, i mercati finanziari si aspettano un primo taglio forse solo alla fine dell’anno, a partire dal prossimo mese di novembre 2024. L’inflazione sta comunque scendendo dal picco del 7,1 per cento, ed è giunta al 2,7 per cento, ma non ha ancora superata la “soglia psicologica” del 2 per cento, che può appunto permette una riduzione consistente dei tagli.
I prezzi medi rimangono quindi ben al di sopra dei livelli pre pandemia, e nel contempo stanno continuando ad aumentare i costi dei servizi, come ad esempio gli affitti, l’assistenza sanitaria e le assicurazioni delle auto. Il numero uno della Fed, Powell, ha precisato che: “L’inflazione è rallentata nell’ultimo anno ma resta elevata. Negli ultimi mesi c’è stata una mancanza di progressi verso l’obiettivo del 2%. Non ci aspettiamo che sarò appropriato ridurre i tassi fino a quando non avremo maggiore fiducia sulla traiettoria dell’inflazione verso il target del 2%. E’ improbabile che la prossima mossa sia un rialzo dei tassi di interesse”, viene comunque precisato.