La fede, da tempo ritenuta al centro di un complicato e ampio processo di secolarizzazione che sta allontanando soprattutto i giovani dalla Chiesa formalmente riconosciuta, secondo l’ultimo sondaggio della Pontificia Università della Santa Croce a Roma, in collaborazione con l’agenzia Gad3, la realtà sarebbe ben diversa. I risultati sono stati pubblicati nel report “Footprints. Young People: Expectations, Ideals, Beliefs“, e si basano sull’opinione di 4.889 giovani tra i 18 e i 29 anni, in otto differenti paesi (Argentina, Brasile, Italia, Kenya, Messico, Filippine, Spagna e Regno Unito).
Il dato più importante del sondaggio è che la fede, nonostante le voci allarmate, rimane viva, con alcuni casi eccezionali. Infatti, in Kenya, Brasile e Filippine si dichiarano credenti tra l’82% e il 92% dei giovani. Non mancano esempi più attenuati, ma comunque positivi, come nel caso di Argentina, Spagna e Italia dove i credenti viaggiano tra il 48 e il 52%. Ancor più positivo il dato di comparazione tra atei/agnostici e credenti secondo il quale, mentre nel secondo gruppo il 59% degli intervistati sente la fede e la spiritualità crescere nella propria vita, solo il 34% di chi non si dice credente sente questi valori diminuire d’importanza.
Il sondaggio sulla fede per i giovani italiani
Soffermandosi sul valore della fede in Italia, il sondaggio certifica, appunto, che tre i giovani i credenti continuano ad essere un’ampia e positiva maggioranza. Singolare, tuttavia, che alla domanda “Credi in Dio” il 32% degli under 30 abbia risposto di essere “alla ricerca”, che secondo Cecilia Galatolo, dottoranda presso la Pontificia Università, è legato al fatto che “tra gli 11 e i 14 anni, in cui ci si allontana” dalla Chiesa, si conserva dell’esperienza generale “un buon ricordo” e, di conseguenza, alcuni interrogativi fondamentali.
Tra gli intervistati che conservano un fede in Italia, tuttavia, secondo il sondaggio una minima parte va a messa almeno una volta al mese. Un controsenso, soprattutto rispetto al fatto che il 64% dei cattolici (pari ad oltre il 50% dei credenti complessivi) ritiene la Chiesa una “istituzione umana e divina che esiste per il bene dell’umanità”. Similmente il 53% di loro crede nella presenza di Cristi nell’Eucarestia, mentre solamente il 6% dichiara di fermarsi a pregare davanti al Santissimo Sacramento. Insomma, nonostante l’innegabile secolarizzazione della religione, la fede rimane attiva e viva per la maggior parte dei giovani, segno che forse in futuro l’istituzione potrebbe risorgere dalle sue ceneri.