Neuroscienze e fede cristiana non sono antitetiche, anzi c’è un punto di contatto tra esse. Lo dimostra il lavoro svolto da Thierry Magnin, sacerdote e presidente-rettore delegato alle scienze umane dell’Università Cattolica di Lille, nonché dottore in scienze fisiche e teologiche, autore del libro Foi et neurosciences. Dialogue sur l’homme vivant. Ha, infatti, rilevato sorprendenti risonanze tra quelli che sono due approcci diversi all’esistenza umana. Le neuroscienze, che si occupano di comprendere il funzionamento del cervello, negli ultimi anni hanno dimostrato come l’ambiente culturale e familiare, anche i nostri traumi, possono modificare l’espressione dei geni. Ma il nostro cervello non è del tutto determinato dai nostri geni. Infatti, la scienza mostra come ci sia una “capacità umana di altruismo cognitivo”, quindi la nostra biologia e la nostra coscienza fanno parte di una dimensione sociale e relazionale.
La dimensione spirituale, dunque, non è secondaria anche secondo le neuroscienze. Ad esempio, come evidenziato da La Croix, alcune aree del cervello associate alla riduzione dello stress e delle emozioni negative sono notevolmente potenziate da pratiche spirituali come la meditazione. Inoltre, le neuroscienze stanno anche rivalutando l’importanza delle emozioni, indicatori importanti del nostro benessere o malessere, essenziali per la nostra sopravvivenza, perché ci aiutano a prendere decisioni.
VANGELO PER CAPIRE INSEGNAMENTI DELLE NEUROSCIENZE
Gli scienziati si sono a lungo interrogati sulla coscienza, non trovando una risposta univoca, del resto la complessità dell’essere umano va oltre il determinismo neurale. Pertanto, la scienza non è più necessariamente in contrasto con la religione, tutt’altro. Molti progressi scientifici risuonano con quelli cristiani. Infatti, Thierry Magnin propone una visione tripartita dell’uomo, contro il dualismo che oppone il corpo all’anima: l’uomo è fatto sì di corpo e anima, ma è animato dallo spirito. Nel Vangelo, ad esempio, Gesù richiama l’uomo alla “vita viva”, zoè in greco, dove l’uomo è unito nel corpo e nell’anima, animato dallo spirito. Dunque, Thierry Magnin, come riportato da La Croix, avvicina questa “vita vivente” all’uomo “vivente” descritto dalla scienza: una mente e un corpo interdipendenti, un essere animato e guidato dalle emozioni, fondamentalmente relazionale, guidato da una coscienza sfuggente. Così Magnin dimostra che le neuroscienze e la fede cristiana non vanno contrapposte, ma anzi il Vangelo può essere rilevante per ciò che le neuroscienze ci insegnano sulla vita umana.