Papa Francesco non lo dice solo nella “Laudato si” ma lo ripete in ogni occasione ed intervento, l’emergenza “climatica” è dirimente anche per il futuro della Chiesa Cattolica e per ogni singolo cristiano: è stato presentato ieri in Sala Stampa Vaticana l’evento del prossimo 4 ottobre dal titolo “Faith and Science: Toward Cop26”, l’iniziativa della Chiesa per contribuire al vertice Cop26 che le Nazioni Unite terranno in novembre a Glasgow.



Le risposte urgono su tutti i fronti, da che comportamenti tenere sul fronte ambiente nei prossimi decenni, quale futuro lasciare alle giovani generazioni: «Tra crisi economica, sociale e alimentare, alla quali nell’ultimo anno e mezzo si è aggiunta anche la pandemia, il mondo si sta trovando in una sorta di “tempesta perfetta», spiega monsignor Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, presentando l’evento del prossimo autunno che si terrà in Vaticano. Come ha ribadito lo stesso Santo Padre nell’enciclica sull’ecologia integrale del 2015, «tutto è connesso» e per questo il Vaticano intende dare il proprio contributo alla causa globale e al dialogo-confronto su questi temi.



LA “CONVERSIONE ECOLOGICA” DEL VATICANO

A Vatican News lo stesso mons. Gallagher racconta da dove nasce l’iniziativa per la Cop26: «Le questioni dell’ambiente e la crisi ambientale sono alcuni degli argomenti ai quali il Santo Padre è più sensibile. Abbiamo avuto la Laudato si’ ed abbiamo avuto tante iniziative su questi temi». Secondo il prelato, la sensibilità della Chiesa è volta a incoraggiare iniziative del genere a carattere globale e locale e sarebbe per primo Papa Francesco ad essere «interessato, sarei infatti sorpreso che non partecipasse» all’evento nella Santa Sede. Urge una conversione ecologica e fa specie sentirlo dire dagli uomini di Chiesa “impegnati” a testimoniare un altro tipo di conversione: «Sarà l’occasione per rinegoziare la nostra relazione con la natura contro la cultura dell’indifferenza» per ripensare una conversione ecologica della società e per aumentare l’ambizione di chi prende decisioni su questi temi, commentano i media vaticani. Scienza e fede devono e possono collaborare in tal senso: le religioni danno un contributo importante perché, spiega ancora il monsignore, «hanno una visione integrata che abbraccia ogni aspetto della vita umana. L’idea – ha sottolineato – è di avere un dialogo tra fede e scienza, perché spesso nella storia la fede è stata in opposizione alla scienza e viceversa e adesso che noi vediamo che sulle questioni dell’ambiente scienza e fede possono stare insieme e dare un contributo importante».

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