Sarà forse stato l’amore per il teatro, il cinema e la musica ad unirli, ma quella tra Fedele D’Amico e Suso Cecchi è stata senza alcun dubbio una storia lunga e appassionante, arricchita dalla nascita di ben tre figli. Ma cosa sappiamo sul marito della regina di Cinecittà? Anche lui, ha lavorato nel mondo della cultura, come musicologo, critico della canzone e critico teatrale. Studiò Giurisprudenza all’Università, ben presto inizierà a collaborare con la rivista Il Tevere, scrivendo di musica.



Spinto dai valori dell’antifascismo, ha lavorato da 43 al 44 come direttore del giornale Voce Operai. Superati i trentatré anni, Fedele D’Amico scopre di avere la tubercolosi ed è costretto trasferirsi in Svizzera per un lungo periodo, dove sottoporsi a cure specifiche. Per quanto concerne la vita sentimentale, spicca il matrimonio con la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico, con cui diventerà papà di Masolino, Silvia e Caterina.



Le lettere scritte dalla sceneggiatrice al marito Fedele D’Amico durante la malattia che lo costrinse in Svizzera

La relazione amorosa tra Suso Cecchi D’Amico e il marito Fedele D’Amico resiste anche alla malattia di lui, che resterà in ospedale per ben sedici mesi. Trovandosi in Svizzera, la moglie spedirà al compagno circa trecento lettere, che verranno poi rese pubbliche dai figli dopo la sua morte. “Vorrei venire a rapirti, l’idea di venire da te a orario, di non poterti avere con me quando ti vorrei, mi asciuga la bocca”, alcune delle struggenti parole innamorate della sceneggiatrice.



Parole di sofferenza e amore, ma anche di speranza e illusione: “Mi prolunga quest’incubo di razione, di turno di luce, orario del gas, giorno dell’acqua. Vorrei un’orgia di disordine: andare in slitta quando ci pare alzarsi quando se ne ha voglia. Solo nella massima possibilità di disordine io potrò ritrovare il piacere dell’ordine”, un commuovente estratto di una delle lettere scritte al marito da Suso Cecchi D’Amico.