Federica Brignone, intervistata dal Corriere della Sera, parla di futuro. Cosa farà la sciatrice, una volta terminata la carriera da atleta? “Poi lavorerò con i bambini. A 10 anni hanno il preparatore atletico e il nutrizionista, poi magari non sono capaci di correre né di fare la capriola. Però sanno smanettare perfettamente il cellulare. Che imparino le regole e il rispetto dello sport, invece”.



Il talento di casa Brignone, durante l’infanzia, sembrava suo fratello Davide: “Il mio sogno era gareggiare in Coppa insieme a lui ma della competizione con mamma e fratello non me ne è mai fregato niente: volevo tirare fuori il meglio di me stessa”. Lui si è dovuto fermare per infortuni, mentre Federica è diventata una campionessa. Oggi, proprio Davide, è nel team della sorella: “È un modo di dirgli: ti voglio bene. Lui non ha potuto, io sì. La mia fortuna è avere talento, testa, fisico e volontà. Non sfruttare tutto questo ben di Dio sarebbe stato un delitto. Davide voleva diventare atleta ben più di me: mi ha trasmesso per osmosi la sua motivazione”.



Federica Brignone: “Milano-Cortina 2026? Non so se ci arriverò”

Nella vita di Federica Brignone, oggi, c’è un uomo, come racconta al Corriere della Sera: “Sono stata otto anni con uno sciatore francese, Nicolas Raffort. Oggi frequento Davide, un ragazzo di qui, del paese. Capisce che per me lo sport adesso è la priorità: non salto un allenamento per una fuga romantica! Ma se riesco a fare tutte e due le cose e a dedicare a Davide le giuste attenzioni, ben venga”. A Milano-Cortina 2026, però, la sciatrice non sa se arriverà ancora in attività: “Non so se avrò il fisico e la testa per dei Giochi che mi sembrano ancora così lontani. Ho raggiunto tutto ciò che volevo, anche di più. La chiave sarà la motivazione, all’Olimpiade casalinga devi andare per vincere, non da turista; per questo motivo decido se continuare solo alla fine di ogni stagione. Risentiamoci nel 2025. Avrò ancora voglia di cercare il mio limite?”.



La sciatrice, conoscendo bene la montagna, è preoccupata per il cambiamento climatico: “A fine marzo sono andata a fare fondo con mamma: la pista era già chiusa. Mai successo. Quello che fa davvero paura sono i ghiacciai. Vallée Blanche, Deux Alpes, Marmolada, Monte Rosa: li frequento da quando ho 8 anni, non li riconosco più. Ho sempre amato la natura e faccio da sempre attenzione al riciclaggio e al risparmio: è una cosa di famiglia. Anche il mare sta malissimo. Amo gli sport acquatici, faccio surf da onda, sono stata in Indonesia, Nicaragua, Costarica, Messico, Canarie. Dove c’erano i coralli, oggi trovi la plastica. Certo un singolo non riesce a fare la differenza ma una collettività, vivaddio, sì. Bisogna impegnarsi”.