Moglie Paolo Rossi: “Con Pelé un’amicizia importante”

A Storie Italiane si parla della morte di Pelé, con il ricordo di giornalisti ed ex giocatori. A rendere omaggio al campione brasiliano anche Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi, che con O Rei ha condiviso una grande amicizia nonostante la rivalità, simboleggiata soprattutto dalla tripletta che l’attaccante azzurro segnò proprio al Brasile nel Mondiale del 1982.



Federica, in collegamento con il programma Rai, ha ricordato proprio il rapporto tra Pelé e Paolo Rossi: “Ho postato una foto e anche un video nel quale Pelé saluta Pablo e dice ‘Tutti pensano che il mondo e il Brasile ti odino, in realtà hai reso bello il calcio. Sei stato un grande del calcio, l’unica cosa che non è andata bene è che non hai giocato nel Santos‘. Paolo aveva una grande stima per lui, una grande amicizia che è continuata nel tempo e fino alla fine”.



Arrigo Sacchi: “Brasiliani terrorizzati da Rossi”

Anche Arrigo Sacchi, collegato con Storie Italiane, ha voluto ricordare Pelé, facendo riferimento anche a Paolo Rossi: “Se hai un singolo che si muove da singolo in una squadra, è ovvio che non ti dà le stesse cose. Io me lo ricordo quando esordì al Mondiale in Svezia, aveva 17 anni. Rimasi impressionato, in una mischia appoggiò la palla col petto al proprio portiere. È stato un grandissimo personaggio. Mi ha detto che sono stato l’ultimo allenatore che lo ha battuto, io non ricordavo. Quando compì 50 anni organizzarono una partita: si muoveva senza palla pensando già 4-5 passaggi dopo. Era veramente fantastico. Una persona umile, con la quale si poteva parlar bene. Ci trovammo in un punto di incontro in Ecuador, a lui piacevano molto i giocatori italiani”.



Parlando proprio di Pablo, Sacchi ha rivelato: “Di Rossi erano terrorizzati. Quando andavano in Brasile mi chiedevano sempre di Rossi. Vedemmo insieme una partita di un Europeo, Italia-Olanda, e lui mi disse ‘Avete dei bravi giocatori ma non giocate a calcio’. In Brasile il calcio è considerato uno spettacolo, mentre in Italia devi vincere, anche rubando. Il nostro è un calcio d’attesa, aspetti l’errore dell’avversario”.