Vince dal 2004. Ha sempre vinto anche senza trofei mondiali. È bella, amatissima, ha fascino. Sbaraglia al di là del tempo e dell’età. Federica Pellegrini non sta simpatica a tutti, anche se sorride molto. L’invidia, si sa, e il fondato dubbio che si sia montata la testa. A buon diritto, si direbbe. Sarebbe falsa modestia non riconoscere di eccellere e di essere diventata un fenomeno. La Fede nazionale, capace come pochi altri campioni di unificare l’italico sentimento patriottico, di attrarre occhi avidi sulle minime notizie di gossip (che alimenta quasi ad arte) ha rivinto contro ogni previsione e legge di natura.



La Pellegrini dice che non ci credeva più, ed elogia il lavoro svolto con tenacia insieme al suo preparatore atletico. È entusiasta, sorpresa, alle stelle. Ci sta perfino che si senta “Infinita? Sì”, come con una piccola caduta di stile ha detto in un’intervista a caldo. Tocca ricordarle, oggi, che “chi troppo in alto sal… cade sovente”. Ne è cosciente, chi frequenta il mondo dello sport ha visto l’altare e la polvere, e tante carriere finite male, nella solitudine, nella dimenticanza. Ma non è il suo caso.



Tocca ricordare umiltà e basso profilo, a chi ha un profilo da star, e l’umiltà ce la mette nel competere con ragazzine più giovani e fresche? Non è questo il giorno. Fede è diventata un mito, è entrata in quella parte. Pericolosa, perché quando i miti crollano, si fanno più male dei semplici campioni. Ma a lei non capiterà: da dirigente, da allenatrice, da firma della moda, da conduttrice tv, da opinionista, da politica, la Pellegrini saprà ancora a lungo dominare le scene. Perché? Carattere, un’impronta speciale. Un dono. Spero che questo lo riconosca. I talenti tocca farli fruttare, e a ciascuno il suo. Ma restano doni. Che non saranno per sempre.



Per sempre, se vorrà, resteranno la tenacia, l’entusiasmo, gli amici veri, quelli che ti fanno festa anche quando non vinci. A me piaccion poco le primedonne, che regalano foto di scena mettendo in mostra la vita privata. Questo mi infastidisce un po’ della Pellegrini. Strategie di marketing, chissà quanto volute. Tuttavia, non giurerei di sibilare qualche soffio di naturale invidia, per la sua giovinezza, per il suo successo. E penso, come fosse una sorellina di cui aver cura, a quanta pressione, a quante maldicenze, a quante sofferte estenuanti giornate di lavoro si è sottoposta per caparbietà e per contratto, quando tante e tanti speravano di vederti cadere, cedere.

E invece sei lì, mentre le tue prime compagne di gara ti guardano in televisione, a spaccare con la tua potenza, e atlete date per vincenti ti stramazzano accanto con la bombola d’ossigeno. Dài Federica. Sei “infinita” perché non la finisci mai di vincere, tutto qui. Capiterà anche a te, e spero tu sorrida allora scrivendo “Ho finito con queste medaglie. Altre sfide”.