Federica Sciarelli, storico volto della trasmissione ‘Chi l’ha visto’, ha rilasciato un’intervista per il quotidiano La Stampa, nella quale ha parlato del suo difficile, ma pieno di soddisfazioni, lavoro, tra inchieste, ricerche e battaglie per la verità. “‘Chi l’ha visto ha una grandissima esperienza“, sottolinea parlando della sua trasmissione. “Veniamo dai tempi di Telefono giallo anche il commissariato speciale per gli scomparsi è nato dopo di noi, come l’associazione Penelope”.



“Ragioniamo”, spiega ancora Federica Sciarelli parlando del ‘metodo’ di Chi l’ha visto, “ogni volta non solo su come fare gli appelli televisivi, ma anche come impostare le ricerche. Il nostro metodo è quello di andare nell’ultimo luogo dove è stata vista la persona e partire da lì”. Centrale, nel loro operato, è soprattutto continuare, nonostante i vicoli ciechi e i buchi nell’acqua, ad “occuparci dei casi sempre accanto ai familiari“. Quello di Federica Sciarelli, infatti, non è “solo un programma di cronaca”, ma un vero e proprio impegno “sul sociale. Cerchiamo di fare dei ragionamenti, e di seguire un po’ la vita delle persone di cui ci siamo occupati”.

Federica Sciarelli: “Chi l’ha visto è un lavoro duro, ho pensato di lasciare”

Quello per Chi l’ha visto, comunque, per quanto gratificante sia, nei quasi 35 anni di programmazione (il ‘compleanno’ sarà il 30 aprile) ha lasciato, su Federica Sciarelli, anche diverse cicatrici. Nell’intervista, infatti, confessa che “tutto questo dolore mi rimane addosso“. Negli anni, “ho pensato di cambiare, ma l’azienda mi ha ricordato che sono identificata con il programma, e gli ottimi dari di ascolti”, al punto che si è convinta a rimanere.

Soffermandosi, poi, sul recente caso di Antonella Di Massa, la donna scomparsa a Ischia il 17 febbraio e ritrovata morta due giorni fa un operatore di Chi l’ha visto, Federica Sciarelli ci tiene a precisare che, nonostante abbiano trovato loro il corpo, “chi fa le ricerche ci mette il cuore”. Infatti, il campo in cui è stata trovata era stato indicato ai ricercatori che “da lì dovrebbero essere passati”. Il punto, dunque, è capire “se il corpo c’era oppure vi è stato portato dopo, o è stata lei a vagare“, in un’indagine che secondo Federica Sciarelli “è tutta aperta”.