Il recente arresto di Matteo Falcinelli – ritratto in un video violentemente malmenato da alcuni agenti di Polizia di Miami – ha riaperto nel cuore di Lino Aldrovandi la ferita mai veramente ricucita per la morte di suo figlio, Federico, vittima ad appena 18 anni di una colluttazione con alcuni agenti di Polizia italiani nel 2005. Quello che coinvolse suo figlio, però, fu un caso in parte molto diverso, soprattutto perché non ci fu nessun video ad immortalare gli ultimi attimi di vita di Federico Aldrovandi con la conseguenza che il processo durò fino al 2012 con la condanna in via definitiva da parte della Cassazione per gli agenti di polizia Monica Segatto, Paolo Forlani, Enzo Pontani e Luca Pollastri che scontarono solamente 6 mesi di prigione.
“Vedendo quelle immagini”, racconta Lino al Resto del Carlino partendo dal caso Facinelli, “sono tornato al maledetto 25 settembre 2005, ho risentito nella mia testa le grida di aiuto di Federico, l’ho rivisto a terra senza più respiro. Immagini assurde” con il ragazzo che “implorava di smetterla” – come fece sicuramente anche Federico Aldrovandi – e un video ad incastrare gli agenti, mentre nel suo caso “abbiamo avuto il coraggio delle testimonianze”.
Il padre di Federico Aldrovandi: “Per tutelare agenti e civili ci vogliono bodycam e leggi”
Se all’epoca di Federico Aldrovandi ci fossero stati i video, ragiona ancora Lino, “i poliziotti non sarebbero stati condannati ‘colo’ per omicidio colposo e noi non avremmo fatto tutta quella fatica per arrivare alla verità“, ma la fortuna per la famiglia del 18enne fu che “le istituzioni hanno remato dalla stessa parte, non contro la polizia, bensì verso la verità”. In tal senso, oggi sarebbe più che mai importante ragionare sulle bodycam perché, secondo il padre di Federico Aldrovandi, “eviterebbero molti problemi” senza causarne agli agenti dato che “a usare la forza, in maniera corretta, non c’è da aver paura”.
Non solo, perché sarebbe altrettanto importante “lavorare sulle leggi” smettendola “con proclami di destra o sinistra a caccia del voto per poi non fare nulla quando ottengono il posto”. E guardando ancora, infine, a Matteo Facinelli e alla sua famiglia, il padre di Federico Aldrovandi ci tiene a mandar loro “un abbraccio silenzioso. Gli direi di andare avanti perché il mondo intero, ora, li ha presi per mano come fece con noi”.