A distanza di sei anni dalla morte di Marco Vannini, Federico Ciontoli, una delle persone presenti nella casa del padre Antonio in cui fu esploso il colpo di arma da fuoco, torna a parlare e lo fa in diverse occasioni. L’ultima, una diretta social con Selvaggia Lucarelli che precedentemente aveva intervistato anche il padre autoproclamatosi il solo autore dello sparo che uccise il giovane Marco, all’epoca fidanzato con la figlia Martina. Nell’intervista su Facebook di circa un’ora e mezza Selvaggia ha sottolineato come nel corso dei processi i giudici non abbiano di fatto mai parlato del fatto che a sparare Marco potesse essere stato Federico o la sorella Martina e che tali tesi sarebbero rimaste solo “nel recinto delle trasmissioni televisive o delle opinioni dei vari Meluzzi o Abbate”.



Federico ha confermato inoltre che lui e Viola Giorgini (era presente anche lei in casa il giorno della tragedia) sono ancora fidanzati. Come hanno superato questo dramma? “Lei era lì, sa quello che ho fatto, sa quello che è successo, sa che non c’è stato alcun piano”, ha dichiarato. “E’ stato difficile resistere tutti questi anni alla pressione esterna, al fatto di aver dovuto vivere lontani”, ha aggiunto, dal momento che non è stato possibile vivere insieme. In tanti hanno sostenuto che sia lui che il padre stiano oggi parlando perchè hanno paura del carcere: “Non è il carcere il problema, non è il motivo per il quale sto parlando. Non ci guadagno niente nello stare a parlare ma so che tante persone non riescono a superare l’immobilità da abusi di questo tipo”, ha commentato, “continuerà e viene appoggiato anche dai politici questo modo di non informare le persone ma solo dire ciò che fa presa senza pensare che dietro ci sono delle persone”.  (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“PERSEGUITATO DA IENE, QUARTO GRADO, CHI L’HA VISTO”

In attesa della sentenza della Cassazione, Federico Ciontoli prova a «ricostruire la sua persona» per far comprendere le sue ragioni rispetto a quanto accaduto la sera in cui è morto Marco Vannini. Lo hanno spiegato i suoi legali nei giorni scorsi tramite una nota diffusa anche alla luce delle interviste che sta rilasciando in questo periodo. Come quella di oggi a Selvaggia Lucarelli tramite una diretta Facebook, in cui il figlio di Antonio Ciontoli ha duramente attaccato Le Iene, Quarto Grado e Chi l’ha visto, tre programmi che si sono lungamente e approfonditamente occupati dell’omicidio di Marco Vannini. Ha raccontato, ad esempio, di essere stato quasi assalito dalla troupe di Chi l’ha visto sul treno Verona-Roma, di Giulio Golia che lo ha aspettato per due giorni circa sotto casa e lo ha rincorso mentre andava a lavoro, così come di Chiara Ingrosso, che lo ha inseguito per le strade di Roma, tre episodi di cui peraltro aveva parlato anche nell’intervista rilasciata nei giorni scorsi a Il Dubbio.



«Giulio Golia mi aspettò sotto casa e mi rincorse. Io non volevo rilasciare interviste perché non ce la facevo a gestire l’emozione e la situazione, lui poi quando stavo cercando di andare via con la macchina, mi mise il piede nella portiera per non farmi partire. Gli chiesi di lasciarmi andare e lui lasciò il piede per provare ad estorcermi parole che non volevo dire», ha raccontato Federico Ciontoli nella diretta social con Selvaggia Lucarelli.

FEDERICO CIONTOLI “VITTIMA DI ABUSI MEDIATICI”

«Quello che sto facendo non è solo per me, non ci guadagno nulla. Ma so che ci sono state persone che hanno subito abusi mediatici come me, ce ne sono e ce ne saranno», la premessa di Federico Ciontoli, che poi ha ricordato un altro episodio relativo a Le Iene. «Nel video mandato in onda c’è quel pezzo in cui hanno provato a farmi parlare, ma hanno cancellato la mia voce. Io stavo chiedendo di lasciarmi andare e di togliere il piede dalla portiera». A tal proposito Selvaggia Lucarelli ha attaccato Giulio GoliaLui non è giornalista») e Le Iene: «Il loro metodo è noto». Poi Federico Ciontoli ha fatto il nome di Chiara Ingrosso di Quarto Grado: «Ci aspettò sotto casa e ci inseguì fino a lavoro. Li fermammo noi perché non si erano identificati come giornalisti, ci stavano riprendendo col cellulare da dietro mentre andavo a lavoro, senza chiedermi nulla».

E poi ha raccontato un episodio che riguarda Chi l’ha visto: «Ero su un treno Italo, avevo il posto riservato. Non so come hanno fatto a rintracciare le informazioni, ma conoscevano il mio posto e la carrozza, avevano il posto dietro il mio sedile. Hanno fatto gran parte del viaggio provando a riprendere ed ascoltare le mie parole. Cercavano uno scoop che non poteva esserci. Poi poco prima di arrivare a Tiburtina hanno inscenato un’intervista nel vagone». Federico Ciontoli ha poi rivelato di aver denunciato ciò una volta arrivato a destinazione, ma non c’è stato nessun sviluppo.