Federico Faggi, tra le tante inventore del microchip cui dobbiamo smartphone e personal computer, in un’intervista pubblicata oggi da La Verità, pone l’accento sul materialismo scientifico e sull’inganno nel credere che gli uomini dipendano da delle macchine. “Siamo uomini e non macchine, come vuol farci credere la scienza materialista imperante – ha affermato il vicentino classe 1941 – Siamo stati noi a inventare i computer, non viceversa“. Il concetto espresso da Federico Faggin è quello di prendere le giuste misure critica dal progresso scientifico e di rimarcare l’importanza della coscienza umana nella vita e negli affetti di tutti i giorni.



Tutto è connesso e prima lo capiamo, meglio vivremo – ha affermato l’imprenditore oggi quasi 81enne – Se pensiamo di essere macchine, come ci viene detto dagli scienziati del materialismo, allora non siamo diversi dai pc che abbiamo creato. Ma l’idea di chi siamo – continua – è fondamentale per determinare i nostri comportamenti e il nostro futuro“.



Federico Faggin, “Amare un figlio non è un algoritmo”

Federico Faggin, sempre in primo piano a livello mondiale nel campo del progresso scientifico, non dimentica l’essenza dell’umano. “Se ci lasciamo convincere da chi le produce che le macchine sono meglio di noi, accetteremo il dato di fatto che le macchine fanno miliardi di moltiplicazioni al minuto e noi ne facciamo una sola – spiega a La Verità – Ma noi facciamo molto di più che operazioni e portare a scartare questi aspetti da chi oggi lavora nell’intelligenza artificiale porta a tradire l’umanità“.



L'”umanità” è dunque un concetto che Federico Faggin non dimentica e nemmeno trascura, nonostante una vita passata tra calcoli e algoritmi. “L’amore per un figlio e il sapore della cioccolata non sono algoritmi – conclude nella sua intervista – Mi spaventa che oggi in Cina si applichi la giustizia tramite dei robot. È una strada molto pericolosa che apre le porte a ogni abuso dal momento che i computer non capiscono nulla, non hanno buon senso e sono manipolabili“.