Federico Faggin è una delle menti più geniali d’Italia, avendo inventato il microchip e il touchscreen. All’apice della sua carriera è però entrato in crisi, come ricorda oggi Io Donna, inserto del Corriere della Sera, iniziando a studiare la coscienza attraverso l’approccio da scienziato, fondando la Federico and Elvia Faggin Foundation.”Durante la creazione della mia terza startup, la Synaptics – era il 1990 – mentre studiavo biologia e neuroscienza per realizzare reti neurali artificiali, mi aspettavo che il successo mi avrebbe appagato e reso felice. Invece è accaduto esattamente l’opposto. In quel momento ho scoperto che la mia infelicità era un problema di coscienza e come scienziato materialista mi sono chiesto per la prima volta nella mia vita, “ma allora che cos’è questa coscienza che mi fa soffrire?”. Il mio problema non era solo scientifico ma anche personale”. Ad un certo punto Federico Faggin ha avuto un’illuminazione, un risveglio: “Un’esperienza straordinaria. Mi ha cambiato la vita, ho percepito che siamo un tutt’uno con l’Universo. Ho avuto la sensazione di vedermi fuori dal corpo e la coscienza espansa, con la differenza che non stavo morendo. Il “sapore” di questa auto-conoscenza è stato amore, gioia e pace in un corpo che vibrava in risonanza con il resto dell’esperienza emotiva e mentale”.



E ancora: “È stata una forma di conoscenza diretta mai sperimentata prima che mi ha svelato il mistero della coscienza. Non con una definizione astratta, ma con un conoscere “da dentro” che porta con sé l’evidenza della sua verità. Questa è la stessa evidenza con cui ciascuno di noi sa di esistere. Parlo del “cogito ergo sum” di Cartesio che rivela non in parole, ma nell’esperienza vissuta, il fatto che ciascuno di noi è sicuro di esistere. Fatto che non può essere messo in discussione”.



FEDERICO FAGGIN: “MI SONO SENTITO FINALMENTE A CASA”

A quel punto Faggin ha iniziato un percorso spirituale intrecciato alla ricerca scientifica: “Mi sono sentito finalmente a casa mia. Ho avuto la certezza che “ero io”. Sono quindi “rinato” con un nuovo senso di me, da cui non era più possibile tornare indietro senza tradire me stesso. Dopo vent’anni di lavoro personale sono arrivato alla conclusione che la coscienza e il libero arbitrio devono essere fenomeni fondamentali la cui esistenza è indipendente dalla materia inconscia, esattamente come la fisica quantistica viene prima della fisica classica”.



Ma cos’è la coscienza? Domanda a cui Federico Faggin risponde così: “La coscienza è ciò che ci permette di sapere e di conoscere attraverso esperienze interiori fatte di sensazioni e sentimenti,quella che i filosofi chiamano “qualia”. Se non esistesse la coscienza noi non sapremmo nemmeno di esistere; ci sarebbe buio dentro di noi, esattamente come c’è buio dentro un robot. O meglio, nessuna interiorità può esistere in una macchina classica. L’origine dei qualia, cioè dell’interiorità, è un mistero che nessuno è mai riuscito a illuminare prima della nostra recente teoria D’Ariano-Faggin. In sostanza spieghiamo che l’informazione quantistica, da cui deriva la fisica quantistica, ha le stesse tre caratteristiche fondamentali e straordinarie dell’esperienza cosciente”. Quindi cerca di spiegare meglio: “Siamo campi quantistici che interagiscono con un corpo fisico che a sua volta interagisce con il mondo degli oggetti classici che si muovono nello spaziotempo. La nostra esperienza del mondo esiste in una realtà più vasta da cui emerge il mondo fisico nell’interazione del nostro corpo con la realtà. Quello che vediamo è più vicino a una realtà virtuale che alla realtà che percepiamo. I sensi e il cervello del nostro corpo creano un’immagine della realtà che non è necessariamente ciò che esiste fuori di noi”.

FEDERICO FAGGIN E L’IA: “NESSUNA MACCHINA E’ COSCIENTE”

Faggin ha parlato anche dell’AI, riconoscendo il grande potenziale ma dicendosi anche preoccupato: “Al pensiero della grande potenzialità di manipolare e ingannare l’uomo attraverso l’abuso dell’intelligenza artificiale”. In ogni caso sottolinea una grande differenza fra le macchine e l’uomo: “Siamo già salvi, proprio perché siamo coscienti e nessuna macchina lo è, né lo sarà mai, visto che in un sistema deterministico il libero arbitrio non può esistere e senza libero arbitrio la coscienza non ha nessuna ragione di esistere. Sono convinto che questa nostra vita sia soltanto una sessione in un “simulatore” di nostra costruzione per ottenere un’esperienza di crescita personale e collettiva”.

Infine il sui pensiero sulla morte: “Io credo che la morte esista e sia inevitabile proprio perché, quando la coscienza incarnata ha deciso che non può esistere senza il corpo, solo la morte potrà svegliarla dall’illusione auto-inflitta di non esistere. Stando alla nostra teoria l’esistenza della coscienza non richiede l’esistenza di un corpo fisico. Il corpo è un’interfaccia quantistica e classica con il resto della realtà che produce l’informazione che la nostra coscienza vive come “il mondo fisico”. La visione materialista nega validità a queste esperienze. La nostra teoria può invece spiegarle”.