“Nel brevissimo periodo possiamo farcela da soli, perché abbiamo una capacità di stoccaggio del gas che gli altri Paesi non hanno. Nel medio-lungo periodo, nessuno si salva da solo”: così, senza mezzi termini, Federico Freni sulla crisi del gas. Ospite di Tg2 Post, l’esponente della Lega ha spiegato: “Mi aspetterei dall’Europa un approccio un po’ più di comunità e un po’ meno di individualità. Quando vedo certi atteggiamenti e il Consiglio europeo costretto a rallentare un processo decisionale importante, francamente un po’ male ci resto”.
Tante le proposte sul tavolo, Federico Freni però ha invocato un altro aspetto della crisi: “La flat tax al 5% e più in generale la detassazione di ciò che al lavoratore possiamo dare in più, mi convince immensamente. Ma se non entriamo nell’ottica che quella che fino a qualche mese fa qualificavamo come crisi energetica, è diventata una crisi economica, continueremo a credere di poter affrontare questa crisi con strumenti sbagliati. La crisi energetica si affronta in un certo modo, la crisi economica si affronta in un altro modo”.
FEDERICO FRENI SULLA CRISI
Federico Freni ha illustrato la sua ricetta, citando l’importanza dell’intervento europeo: “La crisi andrebbe affrontata con risposte comuni europee e con un piano di recovery europeo esattamente come è stata affrontata la pandemia. L’inflazione è di aumento dei costi, quando morderà il freno, avremo ancora più problemi. Serve razionalità, ma dobbiamo capire che stiamo parlando di una crisi economica e non di una crisi energetica”. Il piano della Germania prevede 200 miliardi, ma secondo Federico Freni all’Italia servirà un investimento meno sostanzioso: “La Germania rispetto a noi non ha stoccaggi. Berlino gioca con il bilancio come le mie famiglie giocano con il Lego, ho qualche serissimo dubbio che non facciano debito, ma lo vedremo in Consiglio europeo. Da noi forse ne bastano un po’ di meno. Con 60 miliardi si riesce a mettere un tampone e a fare ripartire la produzione”.