Crescere è l’unico modo per far scendere il debito pubblico. Lo sostiene Federico Freni, sottosegretario al ministero dell’Economia nel governo Draghi e in quello Meloni. Ne parla a Libero, dove entra anche nel merito della Nota di aggiornamento al Def (Nadef), approvata dal Consiglio dei ministri, per una legge di bilancio che l’esponente della Lega definisce “responsabile“. Ma ciò non vuol dire che sarà all’insegna dell’austerità. “Lo scenario macroeconomico sta registrando tendenze meno ottimistiche rispetto a qualche mese fa“. Lo dimostra l’impatto dei rialzi dei tassi voluti dalla Bce su cittadini e imprese. Quindi, il compito del governo è quello di trovare soluzioni. “E la soluzione che riteniamo responsabile è cercare di calibrare le finanze pubbliche su una modalità prudente“.



Ciò però non vuol dire stringere la cinghia per Federico Freni: “Non chiederemo ulteriori sacrifici agli italiani, ma è nostro dovere utilizzare al meglio le risorse“. Il sottosegretario paragona la manovra ad un menù per rendere meglio l’idea: “Direi che probabilmente ci sono meno por- tate, ma sono funzionali alla dieta che serve al Paese per resistere allo stress“. A proposito delle portate, il leghista precisa che il governo ha fissato delle priorità: “Riduzione del cuneo fiscale, taglio dell’Irpef, incentivi alla natalità“. Per quanto riguarda le risorse, verrà usato l’extra deficit da 14 miliardi. “Nessuna spesa pazza. Impiegheremo le risorse a disposizione per stimolare la crescita perché più crescita significa meno debito“.



FRENI SU DEBITO, SUPERBONUS E MANOVRA

L’obiettivo è ridurre il debito e portarlo dal 140,2% al 139,6% nel 2026. “Purtroppo non riusciamo a fare di più perché abbiamo sulle spalle un fardello pesantissimo. In ogni caso la traiettoria del debito resta in discesa“, spiega Federico Freni a Libero. Quando parla di fardello, si riferisce al Superbonus, in particolare alle quattro rate da 20-25 miliardi l’anno legate agli effetti dei bonus edilizi. Il problema non è l’effetto utile che ha creato sul Pil, peraltro scontato visto che sono stati immessi oltre 120 miliardi nel sistema economico, ma “se questi 120 miliardi, impiegati meglio, avrebbero portato ad un risultato migliore e, soprattutto, avrebbero garantito una crescita più stabile“. Ad esempio, l’esponente della Lega avrebbe “abbassato le tasse, rifinanziato la sanità, ripianato il deficit dei Comuni e supportato, in modo strutturale, l’industria“.



Per quanto riguarda la manovra, i benefici che produrrà sono diversi: “Più soldi in busta paga per i lavoratori con redditi più bassi. Ma anche misure strutturali a favore del sistema sanitario e incentivi alla natalità“, spiega Federico Freni. L’Unione europea, comunque, deve capire, secondo Freni, “che il calo del debito non è quello che avremmo auspicato: il debito è notevolmente appesantito dal fardello della cessione dei crediti“. Un altro tema caldo è il condono: “Nessuno sta pensando a condoni fiscali. Semplicemente vogliamo aiutare chi lavora e chi produce“. Infine, sul Patto di stabilità: “Secondo me finirà con un accordo di buonsenso in Europa“.