Federico Fubini mette nel mirino la Cina. Se c’è chi, come il professor Palù, crede che Pechino non stia dicendo tutta la verità, il vicedirettore del Corriere della Sera ha acceso i riflettori sulle responsabilità del Paese asiatico all’inizio della pandemia. «Sicuramente dal punto di vista dell’immagine il 2020 segna una catastrofe per la Cina e per Xi Jinping. Sicuramente l’impatto è negativo, il Paese viene visto con molto sospetto. Detto questo, il 2020 è anche l’anno in cui per la prima volta la Cina diventa il principale partner commerciale dell’Ue, superando gli Usa», ha esordito il giornalista intervistato da Annalisa Chirico.



Federico Fubini ha poi evidenziato sulla gestione di Xi Jinping: «Questo ti fa capire quanto sono fragili le basi del consenso in quel Paese, la gente si infuria e la gente si chiede per cui Xi Jinping spenda centinaia di miliardi di dollari per la via della seta, prestando denaro a Paesi poveri che non li restituiranno mai invece di dare un accesso alla sanità più accettabile».



Federico Fubini ha poi puntato il dito sul silenzio di Pechino all’inizio dell’emergenza sanitaria, poi scoppiata in tutto il mondo: «Ogni cosa che va storta viene spazzata sotto il tappeto e sotto il tappeto è stato spazzato il fatto che almeno dal 7 gennaio loro sapevano esattamente il tipo di crisi sanitaria che avevano per le mani e hanno continuato tranquillamente a fare volare questi aerei pieni di gente. Nel nostro caso da Wuhan a Fiumicino 1.800 persone con un volo che partiva ogni due giorni».

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