Federico Fubini, noto giornalista de “Il Corriere della Sera”, è intervenuto nella serata di lunedì 26 luglio 2021 ai microfoni di “Linea Notte”, speciale del Tg 3, commentando la situazione attuale in Italia connessa alla pandemia, con particolare riferimento alla certificazione verde. Il collega ha asserito che “il Green Pass credo sia inevitabile, ma non ritengo ci siano alternative. Alla fine è una richiesta di molte persone che vanno al lavoro e non sono vaccinate. Questo lo sanno anche i sindacalisti e non lo dicono, pubblicamente perché spiazzati dall’uscita di Confindustria.



Ci sono, secondo Fubini, alcune cose da negoziare, tra cui la soglia dimensionale oltre la quale un regime di Green Pass dovrà essere applicato. Inoltre, per chi non si vuole vaccinare, occorrerà comprendere quale tipo di accesso al tampone sarà garantito all’interno di un’azienda. “Tuttavia, trovo esecrabile da parte di personaggi pubblici cercare di cavalcare i sentimenti no vax o, magari, semplicemente quelli di coloro che hanno paura e sono esitanti, visto che la comunicazione a livello internazionale è stata molto confusa, anche da parte delle autorità stesse”.



FEDERICO FUBINI: “LICENZIAMENTI, RISCHIA IL SETTORE DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA”

A “Linea Notte”, Federico Fubini si è detto pertanto non d’accordo con coloro che assumono un atteggiamento sprezzante verso le persone che sono esitanti in materia di vaccino, sottolineando che in Italia non si sono ancora visti studi sulla composizione sociale di queste persone, mentre in Francia ci sono persone meno istruite. Uno sguardo, poi, al tema dei licenziamenti: “Non ho la palla di vetro, pertanto non faccio previsioni. C’è però una ristrutturazione complessiva del sistema produttivo, in quanto esistono mestieri in cui la produzione si è ridotta tantissimo negli ultimi dieci anni e c’è bisogno di manodopera giovanile nelle costruzioni. Nella transizione energetica, invece, se non in ottobre, nei prossimi anni saranno espulse tantissime persone”.



In materia di riforma della Giustizia e delle altre priorità, il pensiero di Draghi per Fubini è molto evidente: l’obiettivo non è quello di “galleggiare”, ma di fare i cambiamenti necessari e rendere operativo il Recovery Fund. “Che ci siano il Movimento 5 Stelle o un altro partito, interessa poco. Conta, piuttosto, che si risolvano i problemi di questo Paese. L’ordine dei fattori non è difendere l’agenda di un partito specifico, ma mettere a sistema le necessità”.