Federico Nicotera, ospitato a Verissimo da Silvia Toffanin con la fidanzata Carola Carpanelli, ha raccontato un po’ la loro relazione, ma si è anche a lungo concentrato sul ricordo della difficile infanzia che ha vissuto. “In casa mia la situazione non era facile, mamma era vittima di violenza domestica e ho avuto un’infanzia particolarmente difficile”, racconta visibilmente provato. Da quella difficile e triste situazione, però, dopo una lunghissima battaglia lunga circa vent’anni, dei quali cinque all’interno delle aule dei tribunali, sono riusciti assieme ad uscirne, a testa alta, rinascendo in modo assolutamente positivo e completo. Anche se Federico Nicotera confessa che “io non mi fido di nessuno. Se chi deve proteggerti ti fa del male, ti apre delle ferite grandi“.



Federico Nicotera e la violenza domestica

“Per vent’anni”, racconta Federico Nicotera sulle violenze domestiche subite da piccolo con sua madre, “siamo stati sbattuti fuori di casa e mamma veniva picchiata nel quotidiano. Siamo cresciuti assieme e siamo riusciti ad uscire da questo tunnel assieme, dandoci la mano. Non riuscivo a difenderla, ma ricordo un episodio in cui eravamo in macchina e le dissi che l’avrei difesa non appena avessi avuto la forza e dopo 15 anni sono riuscito, anche a livello fisico, a difenderla, e ho fatto di tutto per riuscirci. È ovviamente un percorso difficile perché ho messo mamma davanti ad una scelta, ed è prevalso l’amore di una mamma, ed ora lei è rinata”.



“Noi abbiamo denunciato”, racconta Federico Nicotera sul padre violento, e” io ci tengo a far passare il messaggio che la denuncia è importante, perché quando si è vittima di violenza domestica non si riesce ad essere lucidi. Mamma più volte andava via per provare ad interrompere la relazione, ma poi si ricade nel vortice. Quando ho avuto la forza economica siamo andati dall’avvocato e dopo 5 anni di processi siamo riusciti ad allontanarlo per avere una vita normale”. Raccontandosi confessa che “non vedo mio padre da quasi 6 anni e secondo me non si può perdonare una cosa del genere”. Sulle violenze racconta che “lui faceva uso di sostanze stupefacenti e questo influisce sullo stato psicofisico di una persona. Nonostante questo penso che ho delle scene indelebili in teste. Vedere tua madre massacrata a terra non è una cosa che puoi perdonare”. Chiudendo, Federico Nicotera racconta che “lo chiamo papà perché non voglio dire il suo nome, ma non lo ritengo un papà. Fortunatamente non ha mai fatto nulla alle mie due sorelle. L’unico episodio, quello scatenante, è perché ha risposto male a mia sorella più grande Claudia, che gli aveva chiesto di abbassare un po’ la musica”.

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