Federico Quaranta, volto noto di Rai Uno, ma anche conduttore radiofonico e autore televisivo, è stato ospite stamane negli studi del programma Weekly, sul primo canale. Le prime parole sono state per il suo partner da una vita, Tinto, nome d’arte di Nicola Prudente: “Sono 35 anni che ci conosciamo – ha raccontato – lui era un ragazzino, aveva appena compiuto 18 anni e venne in un villaggio turistico dove io facevo il capo villaggio, lui si chiama Nicola Prudente ma con quel nome doveva fare l’assicuratore, invece sbagliò nel colorare un teatro e lo fece di vernice ocra e da qui Tinto, anche ispirandosi a Tintoretto. Noi siamo amici, amici profondamente, lui per me è il quarto fratello, il maschio che manca alla mia famiglia, è entrato a far parte della mia famiglia e le mie sorelle lo considerano esattamente come considerano me. Il nostro rapporto professionale è basato su un valore che non verrà mai tradito, noi ci amiamo e lo dico con serenità, un amico come Tinto lo auguro a chiunque”.

Quindi Federico Quaranta ha spiegato: “Io sono un irrequieto, irrefrenabile, non riesco a darmi tregua, devo muovermi, mettermi alla prova, come dice uno dei miei autori il confine deve essere sempre trasformato in un orizzonte, l’orizzonte è una linea ipotetica e se tu ti avvicini lui si allontana, è un’utopia ma ti dà il motivo di andare avanti e raggiungerlo. Noi siamo essere erranti per natura, per conformazione fisica, ci hanno fatto le gambe se no ci avrebbero fatto le radici, l’andamento lento, ponderato, un passo dopo l’altro, tutto questo per me è fonte di vita”.

FEDERICO QUARANTA: “ALL’INIZIO VOLEVO ‘METTERE LE MANI DENTRO’”

Federico Quaranta ha raccontato il suo evolversi nel corso della carriera: “Negli anni il mio approccio di raccontare è cambiato molto, all’inizio volevo “mettere la mani dentro”, essendo di estrazione contadina, vengo dalla campagna e nonno Bartolomeo mi ha insegnato qualsiasi cosa. Poi ho pensato che il mio atteggiamento poteva sembrare volgare per chi lavora davvero la terra, quindi abbiamo cambiato completamente raccontando l’anima e l’umanità di chi lavora”.

Chiusura dedicata alla sua famiglia, la moglie e la figlia Petra: “Sono i miei amori, quella ragazza lì (riferendosi ad una foto mandata in onda ndr) mi ha regalato il dono più importante di tutto, Petra, sono follemente innamorato di lei, potrebbe essere banale, tutti i genitori lo sono. Petra non è il mio senso della vita, il mio senso della vita è fare bene nei confronti di chi mi guardia, ci preme e nei confronti suoi, non sono io il padre di Petra, è lei che mi ha generato”.