«Il mondo arriva impreparato all’appuntamento del G20, che significa la sfida tra economia e lotta al cambiamento climatico»: questa l’analisi di Federico Rampini, giornalista del Corriere della Sera, ai microfoni di Tv7 sull’appuntamento in programma questo weekend a Roma.

Federico Rampini ha poi articolato il suo pensiero: «Lo dimostra lo shock energetico in corso, la prova che gran parte del pianeta ha ancora bisogno di energie fossili e anche la prova che le visioni apocalittiche di un certo ambientalismo occidentale non sono accettabili nei Paesi emergenti: l’idea della decrescita non è proponibile in Cina, India o Africa».



FEDERICO RAMPINI: “G20 ROMA TAPPA DI LUNGA TRANSIZIONE”

In ballo ci sono gli assetti internazionali, secondo Federico Rampini c’è in gioco tantissimo: «Questo G20 è una tappa di una lunga transizione da un mondo a egemonia americana verso un mondo dove la Cina vuole imporre la sua egemonia. In questa transizione molto turbolenta e accidentale c’è un ritardo di comprensione degli europei, che stentano a inquadrare tutte le dimensioni dell’espansionismo cinese». Difficilmente, ha proseguito Federico Rampini, ci saranno esiti significativi alla fine della due giorni: «Non bisogna avere aspettative di risultati concreti da un G20. L’epoca in cui il mondo si poteva governare attraverso i vertici è finita. C’era un’epoca in cui i vertici funzionavano semplicemente perché c’era unità di intenti o convergenza, ma questa unità di intenti non c’è oggi con la Cina. La decisione di Xi Jinping di partecipare in streaming è significativa».



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