Federico Vespa è stato ospite a Storie Italiane ed è tornato a parlare della sua lotta contro la depressione. Il figlio di Bruno Vespa ha esordito così: «La depressione è arrivata presto, a 19 anni. All’inizio pensi che sia una cosa passeggera, avevo dato 1-2 anni a me stesso. La grossa difficoltà di questa malattia è che ce l’hai da un giorno all’altro. Ho avuto un grossissimo vuoto dentro, mi sentivo anestetizzato da tutto il mondo».



«Ho passato 1-2 anni a dire “vabbè, queste emozioni torneranno”. Poi però non tornavano, anzi peggiorava. Erano gli anni della maturità, ero arrabbiato con il destino perché non era il momento giusto. Mi ero appena fidanzato e avevo appena preso la patente, erano arrivate le cose più belle», ha aggiunto Federico Vespa: «Serve molta pazienza, vanno fatti più tentativi prima di trovare la persona che ti aiuta davvero. All’inizio non ne ho parlato con i miei genitori, quando avevo 22 anni sono andato da mio padre e da mia madre per farmi aiutare».



FEDERICO VESPA E LA LOTTA CONTRO LA DEPRESSIONE

Federico Vespa ha poi parlato dell’aiuto arrivato dai suoi genitori: «Mi hanno teso una grossa mano, soprattutto mia madre, perché sapeva che sarebbe stato un percorso lungo e complicato. La depressione è andata avanti, per questo dico a tutti di andare a chiedere aiuto subito, ai primi sintomi. Lei mi disse di non preoccuparmi, lei aveva sofferto di una depressione post-parto lieve e aveva capito più o meno di quello che si trattasse. Poi finalmente abbiamo trovato la strada. Adesso sto bene, ma ho avuto delle fasi alterne di benessere e malessere: ci ho combattuto fino a quando avevo 35 anni».



Federico Vespa ha poi rimarcato: «Per me è stato molto difficile essere figlio di due personalità così importanti. Mio fratello non ha avuto il complesso che ho avuto io. Quando c’è una situazione come questa, hai voglia di normalità ma ti senti un osservato speciale. É possibile che le radici della mia depressione siano legate a quello». Presente in collegamento anche il giornalista Francesco Fredella, che ha commentato: «Io lo conosco personalmente, ho letto il suo libro. Ha avuto molto coraggio e questo suo coraggio deve essere terapeutico per tante persone che hanno lo stesso problema. Parlare può essere l’unico modo per uscire o per provare una strada. Ora vedo Federico felice e mi fa davvero piacere».