“E’ la prima volta che parlo di me e non di musica e l’ho voluto fare perchè mi hai ispirato fiducia” – esordisce così Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino nel salotto di Verissimo di Silvia Toffanin. Il cantautore e regista si emoziona nel vedere un filmato a lui dedicato: “non rinnego niente di tutto il mio percorso, i miei genitori hanno creduto in me e in quello che era il mio sogno”. Il leader dei Tiromancino ha raccontato poi un momento molto delicato della sua vita: “mi sono ritrovato ad andare via di casa, improvvisamente ricordo che era il periodo di dicembre: avevo problemi con Claudia Gerini, mia madre non stava bene e ho sentito una sensazione strana, un’ansia terribile che mi voleva trascinare giù. In quel momento ho capito che se mi fossi lasciato andare sarebbe stato davvero la fine. La vita mi aveva chiamato ad affrontare qualcosa di veramente duro, ho raccolto le forze e ho ricominciato dalla musica”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Federico Zampaglione: “Lucio Dalla e Franco Califano sono stati i miei mentori”

Federico Zampaglione è tra gli ospiti della nuova puntata di Verissimo, il rotocalco di successo condotto da Silvia Toffanin su Canale 5. Il cantautore si racconta per la prima volta parlando della sua evoluzione da frontman dei Tiromancino a regista di successo. Dal debutto nel 2006 con “Nero bifamiliare”, Zampaglione ne ha fatta di strada e si prepara a lanciare il nuovo film dal titolo “Morrison” e come tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo si è trovato a dover girare la pellicola ai tempi del Covid. Intervistato da Repubblica, l’ex compagno di Claudia Gerini ha dichiarato: “è stato intenso. Ci siamo impegnati per avere un Covid manager sul set, siamo stati attenti. Siamo alla fine e sono contento. La situazione è drammatica, il film mi aiuta a stare dentro a qualcosa di positivo.



Per fortuna le scene e le immagini dei concerti erano in piccoli club, abbiamo fatto tamponi a tutti”. Un momento storico e particolare che l’ha spinto a fare delle importanti riflessioni sulla vita: “sono preoccupato per i miei cari, per mia figlia, per mio padre. Ma sento che è anche il momento della maturità, in cui riesco a realizzare nel cinema e nella musica le cose proprio come le immagino”. Parlando però del suo film “Morrison” ha rivelato: “parla di sogni, amicizia, fallimenti. Fa ridere e commuovere. Diverso dal cinema che ho fatto finora, si ricongiunge a quel che ho fatto con la musica”



Federico Zampaglione e il ricordo Lucio Dalla: “sul palco non cercava il pubblico”

La carriera di Federico Zampaglione è stata segnata dall’incontro con il grande Lucio Dalla. Artista unico e geniale della musica italiana, Lucio Dalla  viene ricordato così dalla voce dei Tiromancino: “sul palco non cercava il pubblico, andava con gli occhi da un’altra parte, come se scariscasse energia verso il basso che poi risaliva più potente. E tu la prendevi, non era lui a tirarla addosso. Era come se stesse su un’astronave”. Il primo incontro con Lucio Dalla è stato durante una trasmissione televisiva dove Federico si ritrova improvvisamente a dover cantare “Com’è profondo il mare”. “Subito prima chiedo “maestro ma come vogliamo dividerci le battute?” Lui dice “caz*o canta, tu non ti preoccupare”. E io “come, canto io”? Lui “Su vai… canta”. Si è messo al piano e io ho iniziato a cantare. Mi sono accorto che faceva una serie di facce, mi sono terrorizzato” – ricorda l’artista che a distanza di anni ha sottolineato – “rivedendo lo show in tv ho visto la sua potenza incredibile, rispetto a me che mi impegnavo così tanto a cantare. Lui il pezzo lo aveva sublimato, era una sorta di visione. Non gli serviva neanche cantare”. Nella sua carriera di artista anche Franco Califano ha giocato un ruolo determinante: “Lui e Franco Califano sono stati i miei mentori”.