Mentre ancora oggi Fedez è tornato sulla polemica con la Rai, ribadendo il tentativo di Viale Mazzini di censurare il suo monologo sul Ddl Zan («si danno la zappa sui piedi. Indagate, perché non sono l’unico!»), ad intervenire sui termini ancora molto poco chiari della vicenda è Sigfrido Ranucci, conduttore di Report ma sopratutto vice direttore di Rai 3. «Una brutta pagina, sono contento che la Rai abbia chiesto scusa, come solo le grandi aziende sanno fare. Voglio precisare però che non sono scuse per una censura, che non è avvenuta, ci tengo a dirlo, ma scuse per la gestione, perché è grave anche solamente che una persona possa pensare di essere censurata in Rai», ha spiegato il giornalista intervenendo ieri sera a “Che tempo che fa”.
Il caso Fedez prosegue a livello politico, ma è nelle schermaglie sulla Rai che si consuma lo scontro maggiore: «Da quello che ho ricostruito è stato un grande cortocircuito di comunicazione, ci sono stati errori soprattutto nella gestione di questo evento. È stata data una delega a una società esterna, le voci al telefono che parlano di ‘sistema’ e dicono che in Rai non si possono fare nomi e cognomi, sono quelle di due persone che nella telefonata parlano di esigenze di un non ben identificato editore, che non è sicuramente la Rai. Sono due persone che sono abituate a gestire anche eventi per la politica e che ragionano per logica di par condicio. È un fatto grave, bisogna prendersi delle responsabilità. Se inviti Fedez lo inviti per fare Fedez altrimenti non lo inviti». Ancora Ranucci, pur difendendo la collega Ilaria Capitani («sono sicuro non è mai stata animata da una logica di censura») chiede ulteriore chiarezza ai vertici di viale Mazzini: «È avvenuto un fatto grave in questa vicenda, si è parlato di una richiesta di testi che Rai3 e la direzione non ha mai fatto e che tuttavia, io ho parlato con Fedez, è avvenuta. Chi ha chiesto i testi a Fedez? L’ha chiesti la produzione esterna per confezionare delle grafiche e sono finiti in mano a qualcuno, visto che sono uscite delle agenzie prima che Fedez facesse del suo intervento sul palco. Questo secondo me è un fatto grave che bisognerà chiarire nelle sedi opportune». (agg. di Niccolò Magnani)
CHI HA RICHIESTO IL TESTO DI FEDEZ?
Fedez ha effettuato dei “tagli” al video della telefonata con cui prova che c’è stato un tentativo di censura da parte di Rai 3? Sì, lo stesso rapper lo ha ammesso, spiegando di essere pronto a rendere pubblico il file integrale. E infatti l’audio completo è finito alla stampa, da Domani a Repubblica, che hanno trasmesso quindi anche la versione integrale. Dura poco più di 11 minuti e mezzo in cui il rapper parla prima con i conduttori del Concerto del Primo Maggio (Lillo, Ambra Angiolini e Stefano Fresi), i quali si dicono d’accordo con lui ma precisano di non aver avuto alcun ruolo nella richiesta di visione preventiva del testo che avrebbe poi letto durante la serata. Il telefono poi, come ricostruito da Domani, passa al direttore artistico del concerto, Massimo Bonelli, il quale si giustifica dicendo che la richiesta è stata fatta per inserire il discorso nella scaletta, aggiungendo: «Sono d’accordo con te, ma abbiamo un editore e un promotore e faccio riferimento a loro». A quel punto parla Massimo Cinque, capo progetto della società iCompany, che produce il concerto.
LO SCONTRO TRA FEDEZ, RAI E ORGANIZZATORI
«Nel servizio pubblico puoi dire quello che vuoi, ma le persone che citi dovrebbero essere presenti per difendersi. Le sto chiedendo di adeguarsi a un sistema che probabilmente, anche se lei non lo riconosce, è quello corretto», dice Massimo Cinque nell’audio trasmesso da Domani. E quindi spiega che le citazioni non vanno bene, scatenando la dura reazione del rapper. Fedez, infatti, protesta e cita Piero Pelù che definì anni prima Matteo Renzi “il boy-scout di Licio Gelli”. È quando accusa la Rai di censura che interviene Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai 3. «La Rai non ha alcuna censura da fare. La Rai acquista diritti e ripresa, quindi non è responsabile della sua presenza, ci mancherebbero altro, né di quello che dirà». Allora Fedez chiede chi abbia fatto la richiesta di visione del testo e a chi debba rivolgersi. Il direttore artistico del Concerto del Primo Maggio spiega: «Fede, io sono Massimo Bonelli, io rispondo a Rai e i sindacati. La Rai acquista i diritti e vuole un prodotto editoriale che abbia delle caratteristiche».
Fedez non ci sta e attacca: «Ma in questo momento ha detto che posso salire sul palco e dire quello che voglio? Quindi non posso salire sul palco e dire quello che voglio?». Allora Capitani replica: «Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ma ritengo inopportuno il contesto». Dunque, la richiesta del testo non arriva direttamente la Rai, ma da iCompany, che spiega di dover fare riferimento all’editore, come confermato dal direttore artistico che conferma che la Rai vuole un prodotto con “determinate caratteristiche”.