Dalla critica alla sfida, dall’incontro fino alla lite e al blocco: il rapporto molto social tra il rapper Fedez e il prete di Busto Arsizio, Don Alberto Ravagnani, ha visto “accendersi” all’improvviso l’interesse anche delle cronache nazionali dopo quanto avvenuto sulla scia del famoso monologo del marito di Chiara Ferragni al Concertone del Primo Maggio sul Ddl Zan.
Verrebbe da lì l’origine del litigio social tra il giovane prete yuotuber e il personaggio della musica al momento più “politicizzato” che mai: «Fedez mi ha bloccato su Instagram. Che per le dinamiche dei social significa ‘fatto fuori’ o ‘censurato‘. Peccato, io non ce l’avevo assolutamente con lui», scrive così su Instagram il sacerdote del Varesotto, ribadendo subito dopo «Per dialogare bisogna essere in due: evidentemente non vuole farlo. Io però rimango amichevole e disponibile». I due si erano conosciuti, arrivando anche a registrare una puntata del podcast “Muschio Selvaggio” lo scorso ottobre 2020, dopo che Fedez in un suo testo aveva lanciato pesanti critiche alla Chiesa sul tema pedofilia: Don Alberto aveva risposto in maniera intelligente, invitando Fedez ad un dialogo aperto con dibattito creato per giorni sui social.
LA LITE SUI SOCIAL E LA REPLICA DI DON ALBERTO RAVAGNANI
Tutto molto bello finché però non arriva il monologo di Fedez sul Ddl Zan e le conseguenti critiche, composte e legittime, fatte dal prete di Busto sempre sui social: «Sto ricevendo un sacco di brutti insulti. Non è un problema, ma mi fa ridere il fatto che derivino da un post fatto da un prete – ha spiegato Fedez in una serie di stories su Instagram, poi scomparse qualche ore fa – Don Alberto, che probabilmente conoscerete perché l’ho invitato ai miei podcast a parlare liberamente delle sue idee, con cui non concordo, ha fatto un post perché l’ho bloccato su Instagram. Sostiene che bloccare una persona su Instagram equivalga a censurarla». Fedez ha però una ricostruzione completamente diversa da quella di Don Alberto, «se ti fosse interessato così tanto avresti potuto chiamarmi. Hai il mio numero e ti ho sempre risposto. […] Ultimamente mi ha tempestato di messaggi, alcuni dei quali ho ritenuto un po’ offensivi». Infine, nell’ultima stories, Fedez conclude «Trovo bizzarro accusare di censura una persona che ti ha dato tanto spazio. Ti ho bloccato perché mi ‘asciugavi’ un pochino. Un’altra cosa che trovo divertentissima è essere accusato di censura da un uomo che rappresenta la più grande macchina di censura della storia dell’umanità, cioè la Chiesa».
Sempre sui social arriva la replica composta ma altrettanto netta di Ravagnani: «Non condivido il fatto che Fedez abbia trasceso, spostando la questione sulla Chiesa e sulle mie affermazioni» e poi ancora «Ha smesso di seguirmi, ma è finita lì. Ora, dopo diverse settimane, mi ha bloccato. La Chiesa e le mie idee non c’entrano con questo fatto. È liberissimo di bloccarmi, ma segnalo una certa incoerenza. Io sono aperto e disponibile al dialogo sempre, non a periodi alterni. E il dialogo si fa sempre in due. Se io non posso parlare, non c’è dialogo». Don Alberto smentisce di aver tempestato di messaggi Fedez («ci siamo parlati un mese fa ed è finita lì») e conclude a sua volta «il fatto che la mia mentalità possa essere diversa da quella di Fedez non dovrebbe essere un problema. Lo diventa se si impedisce a chi la pensa diversamente di dire la propria o non lo si ascolta. Così la diversità non diventa ricchezza, come invece potrebbe e dovrebbe essere».