Ci sono alte possibilità che Fedez possa guarire dal tumore al pancreas, e a spiegarlo è stato Massimo Falconi, direttore del Centro del Pancreas dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, nonché il chirurgo che ha operato lo stesso artista. “La chirurgia radicale porta ad alte percentuali di guarigione”, ha spiegato oggi, intervistato dai microfoni dell’agenzia Adnkronos. Il tumore che ha colpito il marito di Chiara Ferragni è quasi sempre “silenzioso” e nel contempo raro: “Oltre a essere rari i Nets (dall’inglese Neuro-Endocrine Tumors) sono quasi sempre “silenziosi” e solo nel 20% dei casi danno sintomi legati all’iperproduzione di ormoni dei casi danno sintomi specifici legati all’iperproduzione di ormoni”.



In ogni caso, rassicura Falconi: “Se scoperto in tempo ed è localizzato, la chirurgia radicale porta ad alte percentuali di guarigione”. Quindi il professore ha fornito qualche dettaglio in più circa questa forma di cancro: “Parliamo di tumori che hanno origine dal sistema neuroendocrino, costituito da cellule con caratteristiche tipiche sia delle cellule endocrine, quelle che producono gli ormoni, sia di quelle nervose. Queste cellule sono presenti in tutto l’organismo, quindi i Nets possono colpire organi differenti quali pancreas (come nel caso di Fedez, ndr), intestino, polmoni, tiroide, timo o ghiandole surrenali”. Massimo Falconi non può dire con certezza se si tratti di tumori pericolosi: “E molto difficile dare una risposta univoca per le decine di sottotipi diversi di tumori neuroendocrini”.



FEDEZ, PARLA IL CHIRURGO CHE L’HA OPERATO: “LA CHIRURGIA RADICALE PUO’ PORTARE A GUARIGIONE”

Anche le terapie sono eterogenee “Se il tumore viene scoperto agli inizi ed è localizzato, la chirurgia radicale, ovvero l’eliminazione di tutta la massa neoplastica, può portare á guarigione alte percentuali di pazienti. Spesso l’intervento chirurgico è complesso: punta ad asportare completamente la malattia, preservando il più possibile la funzione dell’organo”.

Ovviamente diversa è la situazione in caso di metastasi o di intervento tardivo, e in questo caso vi sono differenti trattamenti: “Dalla chemioterapia (efficace solo in alcune forme) agli analoghi della somatostatina, dai farmaci a bersaglio fino alle strategie locoregionali (come l’embolizzazione o la termoablazione epatica). Recentemente poi è stata approvata anche in Italia la nuova terapia radiorecettoriale, in grado di veicolare un’energia ‘distruttiva’ mirata in modo specifico sulle cellule cancerose”. La domanda finale è sulla guarigione, e a riguardo Falconi, con le dovute premesse, spiega, non riferendosi specificatamente a Fedez: “La sopravvivenza a 5 anni nel nostro Paese è alta, superiore al 60%. Negli ultimi anni, con le nuove terapie abbiamo fatto passi in avanti significativi. E però determinate essere curati in centri di riferimento, dove operano gruppi multidisciplinari di esperti, perché servono le competenze di diversi specialisti”.