Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center del Policlinico Gemelli di Roma e ordinario di oncologia all’Università Cattolica, in una intervista al Messaggero, ha parlato delle condizioni di salute di Fedez, che è ricoverato per delle emorragie interne causate da due ulcere a distanza di un anno e mezzo dall’intervento chirurgico per un tumore al pancreas di tipo neuroendocrino.
“Le emorragie possono far parte delle complicanze post operatorie anche tardive. Il rischio di sanguinamento dovuto ad un’ulcera è probabile, visto che siamo in presenza di un tessuto molto sottile vicino all’area ricucita”, ha spiegato l’esperto. “Il fatto che ora Fedez abbia queste ulcere vicino alla zona di sutura può essere una delle conseguenze attese possibili di quando si ricuciono dei pezzi di intestino. L’intervento al quale è stato sottoposto prevede infatti che si tolga anche un pezzo di duodeno e, in questo caso specifico, sembra anche un pezzetto di intestino. Può succedere anche nei casi di un tumore neuroendocrino cosiddetto funzionante: in questo caso la neoplasia produce alcune sostanze che possono anche causare localmente una piccola ulcera. Ma il tumore è stato radicalmente rimosso a suo tempo”.
Fedez, dottor Tortora: “Ulcere ed emorragie prevedibili”. Il parere
La speranza dunque è che i rischi legati al tumore per Fedez siano scongiurati e che la presenza delle ulcere e delle emorragie interne da esse provocate non siano connessi a una ricaduta. “Se una neoplasia viene tolta radicalmente non ci dovrebbero essere cellule che producono sostanze che causano ulcere. Quindi, anche in presenza di un tumore cosiddetto funzionante, l’intervento è radicale. Nel caso di Fedez, dunque, ammesso che la neoplasia originaria fosse pure di tipo funzionante, le ulcere non dovrebbero essere legate alla produzione di sostanze similormonali”, ha ribadito il dottor Giampaolo Tortora.
La ripresa dunque potrebbe non essere in salita “se non ci sono altre problematiche e se non si è in presenza di recidive”. In alcuni casi, spiega il medico, “si pratica un trattamento farmacologico post operatorio con sostanze che inibiscono il recettore della somatostatina”.