Ad aprire la seconda stagione del programma Belve, come sempre condotto dalla ‘tagliente’ Francesca Fagnani, c’è l’attesa intervista di Fedez, inizialmente prevista per la scorsa settimana ma poi rimandata ad oggi. Partendo come di consueto dal suo animale guida, confessa di sentirsi “un pesce palla, perché se gli rompi le palle si gonfia; ma anche perché è una pietanza prelibata che se tagli male diventa mortale e bisogna saperlo trattare”.



Fedez, con una breve digressione che è classica per tutti i fan di Belve, si definisce una persona “molto poco bugiarda, e quindi non riesco a tenermi l’acqua in bocca”, pur non ritenendosi una persona permalosa o ‘paraculo’, mentre a livello di pregi e difetti si ritiene, da un lato “troppo trasparente” e, dall’altro, “impulsivo, perché poi divento cattivo”.



Fedez: “Insultato dai miei ex amici perché non firmai con loro”

Dopo aver parlato a lungo del suo rapporto con le droghe, in particolare ricordando quando a causa dell’abuso ha tentato il suicidio, il rapper ricorda di essersi avvicinato alla musica perché per lui “era un modello di realizzazione e di indipendenza economica. Ero introverso, solitario e volevo degli amici” e crede, oggi, di esserci riuscito. Un periodo in cui provò il fisiologico “delirio di onnipotenza” che capita in queste occasioni.

Dopo i primi successi e le vendite record, però, iniziarono i pesanti dissing e gli insulti da quelli che, fino a poco prima, erano colleghi e, come lui stesso li ha definiti, amici. “Per i dissing”, racconta Fedez alla Fagnani, “ai tempi mi incazzavo tantissimo, perché gli stessi che mi hanno insultato erano quelli che tre anni prima mi proponevano i contratti e credo di essergli diventato antipatico perché non ho firmato per loro”, puntando il dito contro Fabri Fibra, Marracash e Guè Pequeno. Soffermando si quest’ultimo, ricorda in particolare che “mi ha scoperto che ero già famoso, non è che mi ha preso e reso famoso”.