Massimiliano Fedriga, presidente leghista del Friuli Venezia Giulia, lancia l’allarme sull’attività delle regioni, che con il decreto Rilancio sarebbero di fatto impossibilitate ad agire: “Devo dire che con il Dl maggio, di fatto, annientano le regioni, le colpiscono uccidendole, io a questo punto chiudo la regione, io non ho più soldi per fare nulla, non solo per l’emergenza; chiamerò qualcuno a Roma per dire che chiudo gli ospedali, non ho più soldi per la spesa ordinaria”, ha detto all’Adnkronos.



Fedriga rivendica il fatto che il Friuli Venezia Giulia è “una regione virtuosa, versiamo a Roma più di quanto riceviamo“, ma nemmeno questo basta, perché la mannaia del governo sulle regioni si starebbe abbattendo senza fare distinzioni di alcun genere. Fedriga spiega il problema: “Da Roma continuano a volere il contributo straordinario, che ci chiedono dal 2011, un contributo che noi abbiamo chiesto di sospendere, perché non ce lo possono chiedere con un deficit di entrate enormi, visto che noi ci approvvigioniamo esclusivamente attraverso risorse proprie, noi non abbiamo trasferimenti da Roma”.



In questo periodo di crisi economica dovuta al Coronavirus, il governatore ipotizza per il Friuli Venezia Giulia “un crollo delle entrate intorno ai 700 milioni di euro su un bilancio complessivo di 5,5 miliardi”, ma da Roma “continuano a chiederci il contributo da 726 milioni di contributo straordinario, questo per noi è insostenibile”, attacca Fedriga.

FEDRIGA: PER FRIULI VENEZIA GIULIA DRAMMA FRONTIERE CHIUSE

Fedriga sembra meno pessimista su un rischio svendita ai cinesi delle infrastrutture regionali: “Tutti gli accordi fatti non riguardano le infrastrutture strategiche, i nostri porti, ricordo, sono pubblici, vengono dati in concessione e le concessioni possono essere tolte, allo stato attuale non vedo particolari problemi, ma monitoreremo”, assicura il governatore.



Il governatore traccia un bilancio positivo della prima settimana di riapertura in Friuli Venezia Giulia, con comportamenti spesso anche più rigorosi di quanto chiesto con le ordinanze, anche se pure a Trieste c’è stato qualche problema con la movida. Fedriga però non si sbilancia ancora sulla ripartenza economica: “In molti ancora non hanno riaperto, c’è ancora timore, si naviga a vista; dobbiamo avere dati più precisi, che penso saranno disponibili a breve”.

Il Friuli paga poi a caro prezzo la chiusura delle frontiere da parte dell’Austria: “Ho parlato con il presidente del land della Carinzia, con il presidente sloveno, sono entrambi favorevoli a una riapertura, ma quello che sta facendo il governo centrale di Vienna è molto grave. La situazione sanitaria – sottolinea il governatore leghista – è molto simile tra questi paesi e la nostra regione. Inaccettabile che con la scusa del Covid si crei un dumping sul turismo, perché di questo si tratta, altro che paura del contagio, visto che c’è una situazione pandemica di tipo simmetrico. L’Italia deve muoversi a livello di comunità europea, in modo netto e serio”.